Oggi il grande Matthew McConaughey compie gli anni. Abbiamo dunque deciso di ripercorrere la sua carriera per raccontarvi di come, dopo un inizio promettente nel quale ha collaborato con assolute leggende come Zemeckis o Spielberg, sia finito in un vortice costellato di film non proprio di prima fascia facendo perdere le sue tracce dai radar che contano di Hollywood.
Tuttavia con grande umiltà e forza d’animo decise di ricominciare da capo, rinunciare ai 15 milioni offerti per interpretare il ruolo da pratagonista in Magnum P.I. e di ripartire dal cinema indipendente. Questa saggia scelta lo ha portato prima a ottenere nuova credibilità come attore, poi a vincere un Oscar per il meraviglioso Dallas Buyers Club fino ad arrivare ai giorni nostri dove è considerato uno dei migliori attori al mondo.
Le 10 migliori interpretazioni di Matthew McConaughey, i criteri
Ripercorrere una carriera ormai trentennale come quella di Matthew McConaughey in soli 10 film non è certamente facile. Il rischio di lasciare fuori pellicole rilevanti e che hanno segnato profondamente la sua filmografia è sempre dietro l’angolo. Tuttavia abbiamo deciso di stilare questa classifica cercando di evidenziare i ruoli che, più di altri, hanno tirato fuori tutto il poliedrico talento di un attore che nel corso degli anni ha mostrato una capacità unica di interpretare qualsiasi tipo di personaggio. Tuttavia è ovvio che qualche film resterà fuori per motivi di spazio ed è altrettanto scontato che questa classifica sarà anche molto frutto del gusto personale di chi scrive. Sentitevi dunque liberi di farci sapere quali altri film avreste inserito.
Fatta questa rapida, ma doverosa premessa, iniziamo.
10) Amistad, Steven Spielberg, 1997
A cura di Andrea Campana
Importante il ruolo assunto dall’attore in questo film quasi quanto il film stesso: quello di Roger Sherman Baldwin, avvocato nel caso Amistad che dà il titolo alla pellicola di Steven Spielberg. E fondamentale nel ruolo del personaggio (realmente vissuto e anzi poi governatore del Connecticut) non tanto la difesa degli schiavi accusati di pirateria quanto i suoi sforzi per conversare con loro e capire ciò che i suoi clienti dicono: il vero fulcro del film, la comprensione reciproca tra culture ed etnie diverse.
L’avvocato viene a scoprire una verità celata dietro al caso e così facendo contribuisce ad una delle decisioni giuridiche più importanti della storia americana. Non molti attori avrebbero saputo, nel 1997, dare carattere ad un personaggio del genere, eccentrico ma giusto. In definitiva, forse il primo vero ruolo di McConaughey da celebrare come impegnato e importante, con un regista di grande spessore (se si esclude Richard Linklater, in Dazed and Confused nel 1993) che gli consente di mettersi alla prova in panni inediti e per giunta con una figura storica quasi leggendaria, per quanto minore.
Forse un po’ un rito di passaggio che tutti i migliori attori prima o poi si trovano ad affrontare. Neanche a dirlo, qui la prova è ampiamente superata.
9) Tropic Thunder, Ben Stiller, 2008
Continuiamo la nostra classifica con un ruolo decisamente unico nella filmografia di Matthew McConaughey. Lui noto per essere un attore action o profondamente drammatico, nel 2008, prendendo parte a Tropic Thunder mette in mostra un lato comico che raramente gli abbiamo visto sfoggiare. Interpreta infatti Rick Peck, agente di Tugg Speedman, divo in declino che finisce suo malgrado rapito dai trafficanti di droga della foresta vietnamita dove era andato a girare.
Peck pare inizialmente intenzionato a tradire la fiducia del suo cliente e amico, salvo poi decidere di andare in prima persona a salvarlo. La scena dello scambio nel quale è coinvolto anche Les Grossman, il produttore irascibile e volgare interpretato in modo spassoso da Tom Cruise, resta uno dei momenti più alti di una delle commedia più brilanti e divertenti degli ultimi anni.
Sebbene McConaughey abbiamo solamente un ruolo secondario in un film che vede il suo maggior sviluppo nella giungla vietnamita, riesce a ritagliarsi il suo spazio e anzi, diventa senza dubbio uno dei punti di forza di Tropic Thunder. Lo inseriamo qui al nono posto sperando che in futuro l’attore del Texas si ricordi di avere anche una vena comica davvero notevole e ci regali un’altra performance altrettanto spassosa.
8) Contact, Robert Zemeckis, 1997
A cura di Andrea Campana
Un altro film in cui il nostro Matthew interpreta un ruolo importante ma secondario al tempo stesso, quello di Palmer Joss, “contro-canto” rispetto alla protagonista Ellie Arroway (Jodie Foster), la scienziata che cerca di stabilire ed approfondire il contatto con una civiltà aliena. Il ruolo di Palmer è complementare rispetto a quello della dottoressa perché rappresenta la fede e la religione, eterne “nemiche” della scienza ma allo stesso tempo necessariamente in continuo dialogo con essa, proprio come avviene tra i due personaggi.
Palmer è allora una figura romantica ma anche in un certo senso avversaria, ostile ma anche alleata, che nel suo rapporto con la Arroway simboleggia come qusto tipo di confronto sia sempre necessario e spesso inevitabile. E nel rapporto tra i due si ritrova anche la chiave di lettura fondamentale per interpretare l’esperienza stessa della protagonista, molto più astratta e filosofica (e pesantemente indebitata con 2001: Odissea nello Spazio) di quel che lei si aspetta.
In pratica la figura di Palmer illustra bene come dell’esistenza non si possa spiegare tutto e come le debolezze umane siano spesso un rifugio, di fronte a questi misteri, al quale guardare con umiltà e senza timore. Uno dei primi ruoli di McConaughey davvero importanti e filosofici.
7) The Lincoln Lawyer, Brad Furman, 2011
Il personaggio di Matthew McConaughey, Mickey Haller, è un noto avvocato difensore della città di Los Angeles che deve fronteggiare una situazione davvero complessa che mette sul piatto della bilancia ciò che è giusto con ciò che sarebbe meglio per la sua carriera. Il ritratto che il Nostro fa di questo personaggio risalta per diversi motivi. Innanzitutto il tumulto interiore che deve affrontare mentre si confronta tra il concetto di giusto e sbagliato.
In una scena molto eloquente, un agente chiede a Mickey come affronta il peso sulla coscienza di avere un gran numero di criminali liberi grazie a lui. E questo tipo di lotta interiore è alla base della sua interpretazione. Sebbene Mickey Haller abbia sempre considerato la sua occupazione come una parte necessaria del sistema giudiziario americano, alla fine si trova di fronte a un dilemma tra giusto e sbagliato che non può ignorare. Dunque cerca di fare tutto il possibile per rispettare il suo incarico di avvocato e nello stesso tempo fare la cosa giusta.
Tutta la performance di McConaughey in questo film si basa su questo dilemma interno che dilania la sua anima. L’attore texano è dunque semplicemente perfetto nel riuscire a riportare in scena la dualità del suo Mickey in ogni singola inquadratura. Affascinante avvocato dallo sguardo magnetico sicuro dei suoi mezzi ma anche padre tormentato e combattuto.
Il riuscire a portare in scena due facce della stessa medaglia in ogni inquadratura non è assolutamente una cosa banale. Tuttavia il Nostro riesce a portare a casa una performance eccellente e convincente che eleva di livello il film e che gli darà poi la spinta di mettere in scena tutti i suoi migliori lavori che sarebbero arrivarati da lì a qualche anno.
6) The Wolf of Wall Street, Martin Scorsese, 2013
Se è vero che la grandezza di un attore esplode nei film nei quali è protagonista, è altrettanto vero che diventa evidente in quelle opere nelle quali, seppure con un minutaggio ridotto, un interprete riesce a bucare lo schermo. Se poi ci si riesce in un film nel quale il protagonista è Leonardo DiCaprio, beh, allora si è davvero arrivati nell’olimpo hollywoodiano.
Questo è esattamente quello che succede a Matthew McConaughey in The Wolf of Wall Street. Nel film di Scorsese il Nostro interpreta infatti Mark Hanna, il mentore di Jordan Belfort. Sullo schermo appare per decisamente pochi minuti, considerata anche la lunghezza complessiva della pellicola, e solamente nelle battute iniziali.
Tuttavia state pur certi che chiunque veda questo film non potrà che avere impresso nella mente il momento al tavolo del ristorante che lo vede protagonista. Sebbene inserire il “mantra” durante il quale Mark si batte sul petto fu un’idea di DiCaprio (ve l’abbiamo raccontato qui) è fuori discussione che quello è divenuto uno dei momenti più rappresentativi di uno dei film più iconici dello scorso decennio. E questo soprattutto grazie al carisma di McConaughey totalmente padrone dei propri mezzi e in grado di incanalare il fascino e il carisma di un personaggio che deve insegnare i trucchi del mestiere al rampollo che ha di fronte.
Entrare nell’immaginario collettivo mondiale con una singola scena di un film simile è qualcosa che è possibile solo ai più grandi. Cosa che, da questo punto della carriera in poi, McConaughey è a tutti gli effetti.
5) Killer Joe, William Friedkin, 2011
Poco prima che arrivassero Mud e Dallas Buyers Club a salvare la sua carriera, Matthew McConaughey si trovò protagonsiti di un film diretto da un maestro come William Friedkin e diede prova di capacità delle quali solo negli anni successivi tutti noi avremmo goduto. In questo film interpreta infatti Joe, uno spietato killer che si ritrova invischiato per un torbido sentimento di amore e possessione nella famiglia di Dottie, nella quale è entrato per uccidere la madre.
Il grande regista cuce addosso al nostro una parte perfetta. Ambientato infatti nella terra natia di Matthew, il Texas, questo è il film perfetto per esaltare quelle qualità attoriali che fino a quel momento erano state quasi del tutto inespresse. Joe è un personaggio davvero particolare. Da una parte killer spietato, freddo e calcolatore, dall’altro talmente bizzarro e sopra le righe nel suo modo di “corteggiare” Dottie da risultare grottesco. Sarebbe stato dunque fin troppo facile far precipitare l’interpretazione verso una sorta di macchietta che avrebbe rovinato totalmente il modo del film.
McConaughey tuttavia, diretto da una mano sapiente come quella di Friedkin, regala una perfomance che danza sempre sul filo dei due estremi dei quali è fatto il personaggio di Joe senza mai cadere nè da una parte nè dall’altra. Volete una prova di quanto quest’ultima affermazione sia vera? Vi basta guardare solamente la scena della coscia di pollo: un mix di delirio, terrore, erotismo e violenza. Tutto in un’unica sequenza che è lo specchio di questo film. Vedere per credere.
4) The Gentlemen, Guy Ritchie, 2019
Sebbene Matthew McConaughey sia ormai un attore navigato con alle spalle una lunga carriera fatta di moltissimi film girati con tantissimi grandi registi, è raro ricordare una parte in cui sia un criminale o comunque il villain della storia. In The Gentlemen il nostro mostra anche questo lato del suo poliedrico talento. Sebbene infatti la storia di Ritchie sia tutta centrata totalmente sul crimine organizzato britannico, Matthew è chiamato a interpretare Mickey, il più terribile e cattivo tra gli avanzi di galera che il film ci presenta.
Tuttavia non deve solo incutere terrore o terrorizare i suoi nemici, Mickey è molto di più. Si tratta infatti di un criminale affascinante, ben vestito, dal fortissimo carisma e dalla capacità di cambiare totalmente faccia in base a chi si trova di fornte. Nell’arco della storia dunque vedrete tante diverse sfaccettature di un personaggio complesso ma che fa la forza di un film che riporta Guy Ritchie ai fasti passati. E per farlo il cineasta britannico si affida ad un cast di assoluto livello poggiato tutto sulle spalle di McConaughey
Una prova davvero complessa che arriva in un momento della carriera nel quale nel quale il Nostro ha preso totalmente coscienza delle sue grandissime capacità attoriali attraverso le quali firma ogni film al quale con il suo ormai inconfondibile marchio di fabbrica fatto di fascino, carisma e intensità.
3) Mud, Jeff Nichols, 2012
Se dobbiamo trovare un film spartiacque della carriera di Matthew McConaughey, quello è sicuramente Mud, pellicola a basso budget del 2012 diretta da Jeff Nichols. Si tratta questo di un dramma esistenziale nel quale la riuscita o meno si basa quasi unicamente sulla performance degli attori.
E il Nostro, dopo un periodo non esaltante di carriera, contraddistinto da momenti non propriamente di alto livello, tira fuori una prestazione che lo rimette, di prepotenza, nel radar del cinema che conta. La chimica con l’allora giovanissimo Tye Sheridan che avevamo già visto esaltare le qualità di Nicolas Cage in Joe (qui la nostra classifica dei migliori film dell’attore di Face Off) è sicuramente il piatto forte di un film che risulta essere intenso e davvero gradevole.
La storia di un uomo che fugge dalla legge e si imbatte in due ragazzini che lo aiutano a riincontrare l’amore della sua vita è struggente, ben scritta e ben diretta. Tuttavia è fuori discussione che tutte queste seppur ottime caratteristiche tecniche sarebbero inutili se il protagonista non riuscisse a reggere il peso di un’intero fim sulle spalle. E Matthew McConaughey lo fa alla grande. Il suo sguardo perennemente pensieroso e malinconico, i suoi sorrisi tristi spesso appena accennati, la sua cadenza convinta e sicura ma che lascia trasparire tristezza. In ogni momento l’attore texano sa perfettamente chi Mud sia e cosa sta provando.
Probabilmente uno dei film nei quali il Nostro è riuscito nel miglior modo possibile a immedesimarsi in un ruolo e a farlo suo. Non è assolutamente un caso che da questo momento in poi la sua carriera sarebbe decollata per mai più atterrare. Probabilmente senza Mud non avremmo molte delle performance di questa classifica e Matthew McConaughey non sarebbe quello che conosciamo oggi.
2) Interstellar, Cristopher Nolan, 2014
Solamente un anno dopo aver vinto il Premio Oscar conDallas Buyers Club, Matthew McConaughey regala un’altra performance da consegnare agli annali. Protagonista e colonna portante di uno dei film più importanti dell’ultimo decennio, qual è stato senza dubbio il discussissimo Interstellar di Cristopher Nolan, il Nostro mette in scena tutte le emozioni che un uomo nei panni di Cooper proverebbe nella disperata situazione nella quale vive. Scelto per trovare un pianeta che possa salvare l’Umanità dall’estinzione, questi deve infatti separarsi da sua figlia Murph in nome di un bene superiore.
McConaughey è dunque chiamato a danzare nella sua performance per mostrare tutti gli aspetti di una personalità così complessa e sfaccettata come quella di un uomo posto davanti ad una scelta quasi impossibile da fare ma che è costretto a fare sua: lasciare indietro sua figlia per dare un futuro a lei e al resto dell’Umanità. Cooper dunque si muove tra il coraggio feroce nei momenti più adrenalici del film nei quali è chiamato a compiere la missione eroica per la quale è stato scelto a sequenze introspettive strappalacrime nelle quali si mostra per quello che è: un uomo che vorrebbe solo abbracciare di nuovo sua figlia.
Il Nostro è talmente superbo in questa performance da riuscire a tenere altissimo il livello della recitazione durante ognuno di questi momenti dando ancor più forza alle scene più adrenaliniche e intense e ancor più dramma alle sequenze intime e personali. Una perfomance rotonda, piena e sfaccettata con la quale McConaughey conferma un poliedrico talento che per troppi anni all’inizio della sua carriera non aveva mostrato. Immancabile.
1) Dallas Buyers Club, Jean-Marc Vallée, 2013
Nel 2013 arriva la totale e completa esplosione di Matthew McConaughey in un film nel quale deve interpretare uno dei ruoli più intensi della storia recente del cinema. Il suo Ron Woodroof, scontroso cowboy texano che scopre di essere sieropositivo e si trova a fare squadra insieme alla donna transgender Ryon, interpretata da un clamoroso Jared Leto è sicuramente il ruolo che lancia definitivamente l’attore nell’olimpo del cinema portandolo a vincere anche il suo primo e unico Premio Oscar.
In questo film il Nostro mostra tutto lo spettro di un talento così cristallino che da quel momento in poi non avrebbe più smesso di risplendere. Dai momenti iniziali nei quali mostra la ruvidità di un cowboy omofobo e scortese, passando per la tristezza e la paura che inondano i suoi occhi quando scopre di essere sieropositivo fino alla resilienza e alla disumana abnegazione che lo portano a cambiare per sempre la storia della lotta all’AIDS. Ogni singolo frame di questo film riesce a comunicare allo spettatore decine di cose diverse.
McConaughey è così tanto calato e perfetto nel ruolo da darci informazioni sulla personalità di Ron anche solo da uno sguardo o da una parola non detta. La chimica costruita con Ryon che il nostro protagonista inizialmente mal sopporta ma col quale poi stringe un’amicizia indissolubile è sicuramente il motore del film alimentato da due performance assolutamente stellari. Quando il film arriva alla fine ci sembrerà davvero di aver conosciuto un amico che per sempre ci resterà nel cuore. Una di quelle prove attoriali che più hanno segnato il decennio scorso e che non poteva che essere in cima alla nostra classifica.
+1) True Detective, HBO, 2014
A cura di Andrea Campana
Abbiamo deciso di riservare questa posizione speciale ad un ruolo non cinematografico ma che mostra senza dubbio il talento sfrenato dell’attore texsano. Tra le interpretazioni più notevoli di Matthew McConaughey non possiamo infatti dimenticare quella di Rustin Cohle in True Detective. Una delle grandi icone pop degli anni ’10, sguardo spento e cinismo sempre pronto a fluire dalla bocca. L’attore ne interpreta l’evoluzione in due momenti storici differenti, mostrandoci tutte le sfumature di un personaggio disincantato, forte e debole insieme, in lotta perenne con la vita.
Centrale il suo rapporto con la controparte, il detective Martin Hart (Woody Harrelson), che combatte ma comprende anche questa visione desolante dell’esistenza: tra i due si instaura un dialogo filosofico che diventa il vero fulcro della prima stagione della serie, trovando il proprio climax concettuale nella domanda: il fine giustifica i mezzi? Per Rustin, come sappiamo, la risposta è sì.
In questo ruolo si ritrova forse la svolta vera della carriera di McConaughey, che con la serie diretta da Cary Joji Fukunaga si conquista platee del tutto inedite e si mostra in una veste anche molto distante rispetto a quella nella quale tutti sono abituati a vederlo, specie per ciò che concerne le commedie romantiche del decennio precedente. Insomma, poco da girarci intorno: è la punta di diamante di una carriera eccezionale.