Intrighi e tradimenti, come ogni spy-story comanda, ma con quel quid drammatico in più tipico dei film di Soderbergh, a cui neanche BlackBag–Doppio Gioco si può sottrarre. Michael Fassbender, Cate Blanchett, Pierce Brosnan e l’astro nascente Marisa Abela. Basterebbero solo questi nomi a capire che questo film merita sicuramente almeno una visione, se non molteplici, viste le sfumature che il regista di film come Contagion e Magic Mike riesce sempre a dare ad ogni sua opera, qui anche grazie alla magistrale scrittura dello sceneggiatore David Koepp, la cui fama lo precede. Per chi non lo sapesse, invece, segnaliamo solo alcuni titoli da lui firmati, come Jurassic Park, Mission: Impossible e Carlito’s Way. Tanto basta.
Black Bag – Doppio Gioco, la Trama
Una settimana per evitare una crisi globale. Il tempo stringe per George Woodhouse, informatico dell’intelligence britannica che dovrà capire che fine ha fatto un programma profondamente distruttivo nominato Severus. Tra i sospettati, anche sua moglie, i cui movimenti non sembrano essere molto chiari, e soprattutto sempre coperti dalla parola in codice “Black Bag“. Chi ha rubato il programma, quindi? Per scoprirlo, servirà freddezza e soprattutto tantissima psicologia.
Black Bag – Doppio Gioco, la Recensione
Spogliare la spy story di ogni vezzo, di ogni possibile distrazione, riducendo al minimo anche l’intrigo in sé. In piena coerenza con la filmografia recente di Soderbergh, Black Bag – Doppio Gioco si inserisce alla perfezione nel suo sguardo innovativo verso il cinema e verso il mondo a noi circostante. Non solo nel contenuto ma anche nella forma, tra film girati interamente con iPhone (potenziati) come Unsane e High FilyingBird, e riflessioni sull’individuo post-lockdown (Kimi). Film che non sempre hanno ottenuto consensi unanimi ma che al tempo stesso, hanno un certo fascino, dovuto anche da intelligenti sceneggiature che in un modo o nell’altro riescono sempre a catturare l’attenzione dello spettatore.
In questo nuovo film, si denota come Soderbergh attinga dal mondo letterario di John Le Carré, celebre scrittore di spy story di pregio, e nello specifico Il Traditore Tipo, da cui anche un omonimo adattamento del 2015. Black Bag– Doppio Gioco infatti non parla solamente di una semplice storia di spionaggio ma spazia il concetto su ambiti più intimi e personali, permettendo allo spettatore di porsi domande continue che vanno anch’esse ben oltre oltre la semplice trama. Cos’è la fiducia tra moglie e marito se ambedue sono di fatto due spie di professione?
Non c’è una risposta precisa, giusta o sbagliata che sia. Soderbergh si focalizza sui rapporti umani in contesti precari, dove la menzogna e la ricerca della verità sono le forze motrici degli eventi che si andranno a dipanare scena dopo scena. Un lungo piano sequenza ci introduce al film, con una spiegazione dettagliata del problema, al pari di un incipit di un videogame. Finita la conversazione, troveremo Michael Fassbender dare il via alle danze, di fronte ad una cena, meticolosamente preparata in ogni dettaglio, dove alcune pietanze saranno tagliate con un “siero della verità“.
Pronti, via, e le carte si scoprono ma senza mai scendere nel dettaglio, con la domanda principale e che andrebbe ad esaurire Black Bag – Doppio Gioco nell’immediato. Il nostro protagonista, rasentando la sociopatia, metterà a nudo tutti i suoi colleghi e commensali, con giochi dialettici che porteranno a raccontare la propria infedeltà, sia essa verso un partner o verso una qualsivoglia situazione scomoda. Solo così si potrà capire chi è che sta mentendo. Poi però subentra il dilemma etico, quella tensione inevitabile che porterà anche il freddo protagonista a doversi scontrare con la scelta di capire prima e agire poi. Quella tensione che porta ogni identità a comprendere se si vuole ascoltare la ragione o il sentimento, la razionalità del bene superiore o dell’Io interiore, anche a costo di milioni di vite.
Giusto o sbagliato, dunque, dove ancor prima della scelta è necessario capirne il vero significato. Soderbergh ci trascina quindi in un mondo dove la scelta è solo apparentemente manichea, dove le sfumature sono principali protagoniste di un gioco di potere complesso, dove la stessa realtà non è mai una e univoca. Ogni personaggio viene dunque osservato da vicino, scomposto e ricomposto, affinché si possa sciogliere un intreccio forse non troppo originale ma comunque interessante per la modalità in cui viene raccontato.
In altre parole, il come domina sul cosa, regalando un film intrigante dall’inizio alla fine, dove probabilmente l’unico problema è il linguaggio eccessivamente tecnico su cui ogni tanto Black Bag – Doppio Gioco, dando per scontato che ogni spettatore conosca il tecnicismo informatico di cui si sta parlando. Ciò non toglie che il film resti comunque comprensibile in ciò che conta davvero, ossia una grande analisi sui rapporti umani tra chi, per definizione, mente per vivere e sopravvivere.
Cast
George Woodhouse: Michael Fassbender
Kathryn: Cate Blanchett
Clarissa: Marisa Abela
Freddie: Tom Burke
Zoe: Naomie Harris
Trailer
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