La figlia di Sheen parla del difficile rapporto col padre

Durante una puntata del reality "Denise Richards & Her Wild Things", Sami Sheen ha svelato di non avere contatti con suo padre da oltre 5 mesi.

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Credits: Bronson Farr/Bravo tramite Getty; Craig Barritt/Getty
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Parla Sami, figlia di Charlie Sheen

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Non è più tempo di tenere i drammi familiari nascosti: nell’era dei social, anche le vicende più personali finiscono online. E Sami Sheen, figlia delle celebrità Charlie Sheen e Denise Richards, non fa eccezione.

La 21enne, nota anche per la sua attività su OnlyFans, è tornata a parlare pubblicamente del complicato rapporto con il padre, protagonista della sitcom Due uomini e mezzo. Dopo anni di alti e bassi e una temporanea riconciliazione, sembra che tra i due i rapporti si siano nuovamente incrinati.

Durante una recente puntata del nuovo reality show “Denise Richards & Her Wild Things”, Sami ha rivelato di non avere contatti con Charlie Sheen da oltre cinque mesi.

Con lui va a pezzi – ha dichiarato nell’episodio andato in onda il 1° aprile. Penso che per i primi 13 anni della mia vita sia stata piuttosto brutta, poi siamo stati bene per un paio d’anni, e ora è tutto a posto.

La tensione tra padre e figlia è riemersa anche sui social: su TikTok, Sami ha pubblicato un video diventato virale in cui fa playback a un vecchio audio del padre, tratto dalla famigerata intervista del 2011 con Andrea Canning, in cui l’attore rispondeva in modo irregolare alla domanda sulla presenza di droga in casa.

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Se ci sono, è meglio che li trovi e me li dia subito – aveva scherzato Charlie Sheen. No, non ce ne sono. Non che io sappia. Se ne vengo a conoscenza, li trovo e li butto via. Non è un grosso problema.

Nel post, Sami ha scritto:

Quando le persone si chiedono perché non parlo con mio padre da un anno, ecco, questo è mio padre.

In didascalia aveva aggiunto: “Riassume praticamente tutto.”

Ospite del podcast “Casual Chaos with Gia Giudice”, Sami ha parlato più apertamente della sua infanzia turbolenta vissuta sotto i riflettori.

È triste, ma ci faccio dell’umorismo. Non riesco letteralmente a raccontarti un solo ricordo della mia infanzia in cui lui era sobrio, il che è un po’ triste, ma, insomma, è una sua scelta.

Ha poi raccontato le difficoltà sociali legate alla figura del padre:

La parte più difficile era quando volevo che gli amici venissero, perché a volte i loro genitori non glielo permettevano perché sapevano chi era mio padre. Come è giusto che sia, se avessi avuto un figlio non glielo avrei permesso, ma è stato molto difficile, ma onestamente era tutto ciò che sapevo.

Infine, ha concluso con una riflessione amara ma lucida:

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Sarebbe stato molto più difficile se fossi passata dall’avere una famiglia perfetta a scoprire, all’improvviso, che lui è un tossicodipendente pazzo e non riusciamo più a vederlo. Quindi in un certo senso aiuta il fatto che sia tutto ciò che so, ma fa comunque schifo

Che ne pensate?