Parla Mary Harron, regista di American Psycho
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In occasione del 25° anniversario di American Psycho, la regista Mary Harron ha rilasciato un’intervista al Letterboxd Journal in cui riflette sull’eredità del film e sul modo in cui è stato recepito dal pubblico, in particolare dai giovani e dai cosiddetti “Wall Street bro”. Il thriller satirico del 2000, tratto dall’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis, continua a suscitare dibattiti, anche a causa del modo in cui il protagonista Patrick Bateman — banchiere d’investimento sociopatico e serial killer, interpretato da Christian Bale — è diventato un’icona controversa sui social media, in particolare su TikTok.
Secondo la regista, è “sconcertante” che proprio coloro che American Psycho intendeva criticare abbiano finito per idolatrare Bateman, trasformandolo in un modello da emulare. Una distorsione del messaggio satirico originario che solleva interrogativi sul modo in cui i contenuti vengono interpretati — e manipolati — nella cultura contemporanea.
Sono sempre così disorientata – ha dichiarato Mary Harron. Non credo che io e [la co-sceneggiatrice Guinevere Turner] ci aspettassimo affatto che venisse accolto con entusiasmo dai ragazzi di Wall Street. Non era nostra intenzione. Quindi, abbiamo fallito? Non so perché [sia successo], perché Christian li sta chiaramente prendendo in giro… Ma la gente legge la Bibbia e decide che dovrebbe andare a uccidere un sacco di gente. La gente legge Il giovane Holden e decide di sparare al presidente
L’idolatria tossica di Bateman non è passata inosservata nemmeno ai media. La rivista GQ, già qualche anno fa, titolava: “L’adorazione tossica di Patrick Bateman da parte di TikTok è un altro segno che i giovani sono perduti”. Harron riconosce che l’estetica curata del personaggio e il suo status economico contribuiscano a renderlo attraente per certi pubblici:
[Bateman] è bello, indossa bei vestiti, ha soldi e potere. Ma allo stesso tempo, è rappresentato come un tipo imbranato e ridicolo. Quando è in una discoteca e cerca di parlare di hip hop con qualcuno, è così imbarazzante quando cerca di essere figo.
Una delle chiavi di lettura più rilevanti proposte da Harron riguarda la satira dell’ipermascolinità, un aspetto spesso ignorato da chi idolatra Bateman.
American Psycho è la satira di un gay sulla mascolinità – ha spiegato, riferendosi all’autore del romanzo, Bret Easton Ellis. A [Ellis] l’essere gay ha permesso di vedere i rituali omoerotici tra questi maschi alfa, il che è vero anche nello sport, ed è vero a Wall Street, e in tutte queste cose in cui gli uomini premiano la loro competizione estrema e il loro ‘esaltazione della propria abilità’. C’è qualcosa di molto, molto gay nel modo in cui feticizzano l’aspetto fisico e la palestra
Per Harron, il film è soprattutto una critica a un sistema capitalistico spietato, e oggi la situazione, a suo avviso, è peggiorata:
American Psycho parla di una società predatoria – ha affermato. I ricchi sono molto più ricchi, i poveri sono più poveri. Non avrei mai immaginato che ci sarebbe stata una celebrazione del razzismo e della supremazia bianca, che è fondamentalmente ciò che abbiamo alla Casa Bianca. Non avrei mai immaginato che saremmo sopravvissuti a tutto questo
Intanto, Patrick Bateman potrebbe tornare presto sul grande schermo. È infatti in fase di sviluppo una nuova trasposizione di American Psycho, diretta da Luca Guadagnino (Challengers) e sceneggiata da Scott Z. Burns. Tra le voci più insistenti, si ipotizza che Austin Butler possa interpretare il ruolo del protagonista, anche se il casting ufficiale non è stato ancora annunciato.
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