Un nuovo mostruoso tipo di infetto fa la sua comparsa nel primo episodio della stagione 2 di The Last of Us: lo stalker. Ecco di cosa si tratta, e perché è molto più pericoloso degli altri
In The Last of Us Pt. II, il videogioco del 2020, i personaggi protagonisti incontrano gli stalker solo più avanti; ma la serie HBO, appena partita con il primo episodio della seconda stagione – che corrisponde all’inizio del secondo gioco – ce li ha già presentati. Come possiamo vedere, si tratta di un tipo di infetti particolarmente letali.
Come suggerisce il loro nome, gli infetti chiamati stalker si presentano come particolarmente evoluti e intelligenti rispetto ai “runner”, che semplicemente corrono e aggrediscono, e ai “clicker”, che seguono le vittime in base ai rumori che fanno. Gli stalker, invece, si comportano come esseri umani e in una maniera disturbante.
Essi infatti si nascondono, tendono agguati, attirano, sorprendono e ingannano dando prova di un intelletto non comune per gli individui infettati dal Cordyceps. Ciò li rende tanto più pericolosi, specie quando agiscono in gruppo, perché per loro è molto più facile intrappolare la vittima e annientarla.
Nel primo episodio della seconda stagione di TLOU è Ellie la prima ad avere a che fare con uno di questi esemplari: una donna che, pur essendo infetta, anche dallo sguardo dimostra una avvedutezza e una consapevolezza di sé e delle sue capacità di muoversi nell’ambiente circostante che, per gli umani, potrebbero dimostrarsi estremamente letali.
Ellie alla fine riesce a cavarsela – non senza danni, come abbiamo visto – ma la sequenza ci preannuncia che questo è solo l’inizio: probabilmente molti altri stalker compariranno più in là e causeranno non pochi spaventi. Come nel gioco, dove nelle diverse sezioni in cui bisogna superarli occorre usare l’astuzia, essere svelti e furbi, e fregare prima di essere fregati.
Queste creature sono la dimostrazione di come il mondo post-apocalittico di The Last of Us sia in continua evoluzione e, mentre i sopravvissuti si sforzano di ricostruire una parvenza di normalità e una vita civile in una società isolata ma che funzioni, i “mostri” là fuori non stiano “con le mani in mano”, per così dire.
Certo, ci sono altri tipi di infetti ancora che si possono considerare più mortali e grotteschi di questi – chi ha incontrato il famoso Rat King sa di cosa parliamo – ma gli stalker funzionano specialmente da un punto di vista “horror” perché, come gli assassini dei film slasher, possono celarsi in ogni angolo e spuntare fuori con effetti agghiaccianti.
Intelligente, da parte della serie, presentare queste creature già all’inizio dando un’idea di come si svolge il gameplay quando le si incontra ma allo stesso tempo non lasciando che la loro comparsa sia “relegata” a una scena qualunque nel mezzo della serie. E se compariranno ancora come c’è da aspettarsi, ne vedremo delle belle.