Secondo gli ultimi aggiornamenti, la Cina potrebbe vietare l’importazione di film statunitensi come contromisura all’inasprimento delle tariffe commerciali decise dal presidente americano Donald Trump. Secondo fonti vicine al governo cinese, la misura farebbe parte di un pacchetto di ritorsioni in risposta all’aumento dei dazi sulle merci cinesi.
Nella giornata di ieri sono entrate ufficialmente in vigore le tariffe “reciproche” volute da Trump su prodotti provenienti da decine di Paesi, inclusa una maxi imposta del 104% sulle importazioni dalla Cina. Si tratta di un ulteriore incremento rispetto al precedente dazio del 54%.
A riportarlo è Bloomberg News, secondo cui due noti blogger cinesi con legami con le autorità locali hanno condiviso sui propri canali liste identiche di possibili contromisure. Tra queste figurerebbe proprio “la riduzione o il divieto dell’importazione di film statunitensi”.
I blogger coinvolti sono Liu Hong, caporedattore dell’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, e Ren Yi, nipote dell’ex leader del Partito Comunista della provincia del Guangdong, Ren Zhongyi. Entrambi attribuiscono i contenuti dei loro post a fonti informate sui piani del governo centrale.
Nel 2024, i film statunitensi hanno generato circa 585 milioni di dollari di incassi in Cina, rappresentando il 3,5% dei 17,71 miliardi di dollari totali del botteghino cinese. Un contributo significativo è arrivato da Godzilla x Kong: The New Empire, che da solo ha incassato 132 milioni di dollari sul mercato cinese.
Per confronto, nello stesso periodo, il botteghino combinato di Stati Uniti e Canada ha registrato introiti per 8,56 miliardi di dollari.
Il Ministero degli Esteri cinese ha dichiarato che il Paese “combatterà fino alla fine”, reagendo con fermezza alla notizia di un possibile blocco delle importazioni statunitensi. Le autorità di Pechino hanno accusato Washington di “tipico unilateralismo e prepotenza economica protezionistica”.
Non solo il settore cinematografico: tra le contromisure al vaglio ci sarebbe anche un divieto totale all’importazione di pollame dagli Stati Uniti. Si tratterebbe di un duro colpo anche per l’agricoltura americana, già messa sotto pressione dalle tensioni commerciali.
Il comparto cinematografico è uno dei pochi settori in cui gli Stati Uniti mantengono un surplus commerciale con la Cina, grazie alla forte domanda di film hollywoodiani. Al contrario, i film cinesi faticano a ottenere successo all’estero.
Una delle poche eccezioni è rappresentata da Ne Zha 2, film d’animazione che ha riscosso enorme successo in patria. Il lungometraggio, con un budget di 80 milioni di dollari, ha già incassato 2,06 miliardi di dollari in Cina, diventando il film d’animazione con il maggiore incasso nella storia del Paese e superando Inside Out 2 degli Stati Uniti, che aveva raccolto 1,7 miliardi di dollari a livello globale.
Ne Zha 2 è il sequel dell’omonimo film del 2019, un’avventura fantasy che racconta la storia di un ragazzino dotato di poteri soprannaturali che unisce le forze con il principe drago Ao Bing per combattere i demoni e salvare la sua comunità.
Il film è già in calendario per l’uscita in 37 territori europei, tra cui Regno Unito e Irlanda, e alcuni cinesi residenti negli Stati Uniti stanno promuovendo attivamente una distribuzione in formato IMAX anche sul territorio americano.