2002/2011, i film dell’identità doppia che cambia:
Spider (2002), A History of Violence (2005), La promessa dell’assassino (2007), A Dangerous Method (2011)
Quando il corpo cambia, siamo gli stessi di ciò che eravamo prima? È la domanda che cortocircuitava le luci elettriche in La Mosca; e che torna in Spider, tratto da Patrick McGrath, dopo i mutamenti corporei del trittico precedente.
Considerato a torto un “film minore” quando invece apre una pagina fondamentale della poetica cronenberghiana, Spider riassume alcuni suoi elementi peculiari: a partire dalle assonanze con IlPasto Nudo, nel momento in cui droga e psicosi diventano malattia di dipendenza, e la dipendenza esposizione. Né il dogato né lo psicotico riconoscono più sé stessi: ecco che allora arrivano i deliri paranoici, la presenza di doppi. E come sempre, un ospite nel cervello, un parassita che minaccia il corpo e la mente.
Anche il film successivo, A History of Violence, è come Spider considerato a torto un’opera periferica: e anche qua, il fraintendimento avviene per la ripetizione quasi ossessiva dei segni (la duplicazione del corpo, i segni della mutazione, le realtà parallele), che intridono la storia di un uomo e della sua metamorfosi che avviene davanti ai nostri occhi, interna prima che esterna, senza aggiunte prostetiche. È in questo periodo che la messinscena cronenberghiana assume nuove valenze, ripulendo i luoghi, rendendo gli scenari quasi asettici, sempre più puliti, in perfetta antitesi con la sporcizia degli inizi.
dalla pagina Facebook David Cronenberg the founder of body horror (dal film The Naked Lunch, Il Pasto Nudo)
In questo senso, l’immagine diventa sempre più rivelatrice: non c’è più l’ambiguità che generava l’orrore di mutazioni profonde, ma solo una compostezza apparente che è in realtà eccedente, stordente.
A Dangerous Method è, anch’esso, un film chiarificatore, un riassunto, punto nevralgico all’interno del sistema di immagini e pensieri mentre mette sugli altari la psicanalisi. E quindi il dominio del desiderio, la soggiacenza alla forma, la mutazione e la dipendenza, la sottomissione del corpo all’idea: corpi esposti al disordine pulsionale.
2022/2025: i film della post-morte
Crimes of the Future (2022), The Shrouds (2024)
Negli Anni Venti, David Cronenberg fa il punto sul suo cinema, e dopo averlo riassunto nel primo decennio del secolo, ne fa una sintesi magnifica. Crimes Of The Future riprende non a caso il titolo di uno dei suoi primi cortometraggi, mentre il film successivo, The Shrouds, sembra il sequel apocrifo di uno dei suoi ultimi short film, The Death Of David Cronenberg.
Crimes of the Future è allora un film sulla bellezza che racchiude l’attrazione, la metamorfosi, sulla mostruosità che diventa forma di seduzione; le estensioni tecnologiche del proprio corpo confermano che il soggetto e l’oggetto della propria identità sono la stessa cosa. La Nuova Carne ormai è nata.
Crimes of the Future è il fil più ballardiano di Cronenberg, forse ancora più di Crash, e sembra un seguito logico di Dangerous Method: dove in quel film la psicanalisi portava l’uomo ad un nuovo livello di consapevolezza nel momento in cui i concetti diventavano corpi, in questo Crimes l’uomo ha rimosso il sintomo e lascito muoversi liberamente la causa, cioè la psiche, permettendo la mutazione del corpo con la sua forza unita alla tecnologia.
L’ultimo passo, ad oggi, è The Shrouds: dove Cronenberg mette in campo ancora una volta le sue ossessioni per andare oltre, altrove, per disattendere le aspettative del suo stesso cinema e insieme catalogando le sue regole. Il regista ha messo al centro del suo sguardo, per tutta la vita, le trasformazioni che la scienza e la tecnologia hanno operato sull’organico e sulla psiche, attraverso le pulsioni del desiderio e dell’attaccamento affettivo.