Geppi Cucciari e il monologo contro l’odio online [VIDEO]

Durante una recente puntata di Splendida Cornie, Geppi Cucciari si è lanciata in un accorato monologo contro l'odio online

geppi cucciari, splendida cornice
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Le parole di Geppi Cucciari

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Geppi Cucciari ha colpito nel segno ancora una volta. Durante una puntata recente di Splendida Cornice, il programma culturale di Rai 3 condotto con ironia e intelligenza dalla stessa Cucciari, è andato in onda un monologo potente e sferzante sul comportamento degli italiani sui social, sull’odio sempre più diffuso online e su come questo si riversi in modo particolare su Napoli e i suoi cittadini.

Sui social spesso ci si sente come su un grande Suv coi vetri oscurati, si possono fare gestacci a chiunque tanto nessuno ti vede, nessuno ti riconosce, e se ci vedono si sgomma via veloce. In Italia il 57% dei commenti su X sono aggressivi […], e fuori c’è tutto il resto – dice Geppi Cucciari.

Litighiamo perché tutto quell’astio ci è entrato in circolo, perché serve qualcuno da odiare. C’è un altro dato interessante: il picco della cattiveria avviene quando qualcuno andrebbe difeso o quando qualcosa andrebbe festeggiato […]. I commenti sono di italiani apparentemente perbene, normali, che la mattina dopo tranquilla va in ufficio dopo aver baciato i figli o i cani. E poi c’è Napoli: Napoli è una specie di calamita per la frustrazione degli imbelli. Per fortuna non c’erano i social al tempo del terremoto del 1980.

Infatti là mezza Italia si mise in marcia per andare a rimuovere le macerie, oggi forse qualcuno chiederebbe al Vesuvio di finire il lavoro, come accade negli stadi che in fondo sono una specie di grande X in carne e ossa, come sta succedendo oggi col bradisismo di Pozzuoli, che peraltro è tutta un’altra storia. Insulti, complessi di superiorità, cinismo a manciate. Ma lo direste in faccia a un napoletano? Lo direste dal vero a una persona che ha perso casa per chissà quanto tempo e dorme in macchina?

Il monologo di Geppi Cucciari a Splendida Cornice è molto più di una riflessione: è uno specchio amaro della nostra società digitale, un invito a recuperare umanità, empatia e buon senso. È anche un messaggio forte contro l’odio social, contro il razzismo di fondo mascherato da “opinioni”, e a favore di una comunicazione più consapevole.

Che ne pensate?