I 5 peggiori remake live action Disney [LISTA]

Con l'uscita del tremendo Biancaneve, abbiamo voluto realizzare una lista dei pegiori live action mai realizzati da Disney

remake live action
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Un viaggio tra i peggiori remake live action di casa Disney

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Negli ultimi anni, la Disney ha puntato moltissimo sui remake live action dei suoi classici d’animazione, convinta che la nostalgia potesse bastare a far funzionare qualsiasi progetto. Il problema? Non sempre è andata così. Alcuni di questi film sono riusciti a trovare un equilibrio tra innovazione e rispetto dell’originale, mentre altri hanno fallito miseramente, lasciando i fan con l’amaro in bocca. Ecco i cinque peggiori remake live action Disney di sempre, quelli che avremmo volentieri evitato.

Aladdin, Guy Ritchie (2019)

aladdin
@The Walt Disney Pictures

Cosa succede quando prendi un classico amato da generazioni e lo affidi a un regista noto per i suoi film d’azione dal montaggio frenetico? Ottieni un remake che cerca disperatamente di replicare la magia dell’originale, ma senza riuscirci davvero.

Aladdin di Guy Ritchie ha avuto un’accoglienza contrastante, con Will Smith che ha cercato di reinventare il Genio in modo convincente (anche se l’ombra di Robin Williams era impossibile da ignorare). Tuttavia, il film ha sofferto per una regia poco ispirata e per un protagonista, Mena Massoud, che purtroppo non ha brillato come ci si aspettava.

Inoltre la scelta di affidare un ruolo chiave come quello di Jafar a Marwan Kenzari, attore neanche quarantenne, è stato un vero autogol. Nel cartone originale il Gran Visir è un personaggio anziano viscido e arrivista che invece nella versione live action è solo l’ennesimo villain stereotipato che vuole essere carismatico ma non lo è mai.

Le canzoni, seppur riproposte fedelmente, non hanno avuto lo stesso impatto emotivo, e l’aggiunta del brano Speechless per Jasmine è sembrata un tentativo forzato di modernizzare il personaggio. Il risultato è un film che visivamente funziona, ma che non riesce a far volare il tappeto magico della nostalgia come dovrebbe.

Alice in Wonderland, Tim Burton (2010)

tim burton

Quando Tim Burton ha annunciato che avrebbe diretto il remake live action di Alice nel Paese delle Meraviglie, in molti hanno sperato in una rivisitazione geniale del classico di Lewis Carroll. Il risultato, però, è stato un trip visivamente affascinante, ma narrativamente caotico.

Il film ha infatti trasformato Alice in un’eroina da battaglia in una sorta di fantasy epico che poco aveva a che fare con la surreale leggerezza della storia originale. La narrazione ha scelto di inserire una profezia e una battaglia finale, elementi che hanno stravolto lo spirito originale del racconto. Inoltre i toni dark e cupi scelti da Burton cozzano malissimo con la follia visiva di cui è composto il Paese delle Meraviglie. Colori e fotografia spenta e personaggio che, sebbene ci provino tantissimo, perdono totalmente la giocosa pazzia che li ha resi così iconici.

Johnny Depp, nei panni del Cappellaio Matto, ha offerto una performance sopra le righe, che alternava momenti di brillantezza a eccessi quasi grotteschi. Helena Bonham Carter ha reso la Regina di Cuori un personaggio visivamente iconico, ma a tratti troppo caricaturale.

Se da un lato il film ha conquistato il botteghino, dall’altro ha deluso chi si aspettava una fiaba più fedele all’opera originale. Il risultato è un’opera visivamente accattivante, ma priva della magia surreale e dell’ironia che hanno reso Alice nel Paese delle Meraviglie un classico senza tempo.

Biancaneve, Marc Webb (2025)

biancaneve

Un film atteso da anni e già circondato dalle polemiche ben prima della sua uscita. Il remake live action di Biancaneve ha cercato di modernizzare il classico Disney del 1937, ma il risultato è stato tutt’altro che convincente.

Le scelte di casting, in particolare quella di Rachel Zegler nel ruolo della protagonista, hanno fatto discutere, così come l’eliminazione della figura classica dei sette nani, sostituiti da creature digitali poco carismatiche. Inoltre, la decisione di rimuovere il Principe e modificare il messaggio della storia per adattarlo ai tempi moderni, realizzata in modo goffo e a tratti ridicolo, non è stata accolta positivamente da tutti.

L’idea di trasformare Biancaneve in una protagonista più indipendente poteva avere senso, ma il modo in cui è stato fatto ha privato la storia del suo fascino originario. La fotografia e la CGI non hanno aiutato: il film sembra visivamente piatto e privo di quell’estetica fiabesca che aveva reso il cartone animato una pietra miliare della Disney.

Nonostante l’impegno nel voler rendere il film più inclusivo e moderno, il prodotto finale è apparso forzato e privo di quella meraviglia che ha reso Biancaneve e i sette nani un classico senza tempo.

Pinocchio, Robert Zemeckis (2022)

Pinocchio

Diretto da Robert Zemeckis e con Tom Hanks nei panni di Geppetto, il remake live action Pinocchio è stato accolto con un misto di delusione e frustrazione. Il problema principale? Una CGI discutibile che ha reso il protagonista poco credibile e una narrazione priva di emozione.

Nonostante il tentativo di rimanere fedele alla trama del classico del 1940, il film non è riuscito a catturare la magia dell’originale. Pinocchio, realizzato interamente in CGI, risulta espressivamente piatto e incapace di suscitare empatia nel pubblico. Tom Hanks, solitamente un attore in grado di portare calore e autenticità ai suoi ruoli, sembra perso in un film che non riesce mai a trovare un tono coerente.

Anche momenti iconici della storia, come l’incontro con il Gatto e la Volpe o l’avventura nella pancia della balena (che non è una balena in questa versione), sono stati privati della loro intensità e si sono trasformati in sequenze prive di tensione. Il risultato? Un film che ha fallito nel restituire quel senso di meraviglia e crescita che rendeva l’originale così speciale. Un’occasione sprecata per dare nuova vita a una delle storie più amate di sempre.

Le modifiche fatte ancora una volta in modo goffo in nome di un’inclusione forzata e senza senso hanno ottenuto come unico risultato quello di realizzare un film brutto, orribile. Snaturare totalmente il personaggio principale in modo da renderlo buono e ‘discriminabile’, modificare il finale e il senso dell’intera opera e aggiungere personaggi piatti e inutili potranno mai essere idee vincente? Per il resto del mondo no, per Disney evidentemente si.

Mulan, Niki Caro (2020)

Mulan

Con il remake di Mulan, la Disney ha deciso di prendere una direzione completamente diversa rispetto all’originale del 1998, eliminando elementi iconici come Mushu e le canzoni per proporre un’epopea più realistica. L’idea poteva anche funzionare, ma il risultato è stato un film privo di personalità e lontano dallo spirito del classico d’animazione.

Liu Yifei, nel ruolo della protagonista, offre un’interpretazione poco espressiva, e la trama, invece di esaltare la crescita e il coraggio di Mulan, la trasforma in una sorta di supereroina predestinata, privandola di quella determinazione e forza interiore che l’avevano resa speciale. Il film cerca di omaggiare il cinema wuxia con scene d’azione elaborate, ma la coreografia e la regia non sono all’altezza di produzioni cinesi o hongkonghesi di genere simile.

A peggiorare la situazione, il film è stato accompagnato da polemiche legate alla produzione e a dichiarazioni controverse, che hanno influito negativamente sulla sua accoglienza. La mancanza di momenti memorabili, di emozione e di una vera anima narrativa hanno reso questo remake uno dei più deludenti mai realizzati dalla Disney. Alla fine, Mulan ha tradito sia i fan dell’originale che il potenziale di una storia che avrebbe meritato un adattamento migliore.

Che ne pensate? Siete d’accordo con la nostra classifica? Qual è il remake live action che preferite?