Trump insiste ancora: “Prenderemo la Groenlandia al 100%” e sui mezzi per ottenerla dice: “Non escludo nulla”. Ma perché è così importante per lui?
Partiamo dall’inizio: cos’è la Groenlandia, e dove si trova? Bè, si tratta semplicemente della più grande isola del mondo, sita a nord-est del Nord America, vicino al Canada e a ridosso del Mare Artico. L’isola è scarsamente popolata – ci vivono circa 56mila persone, e quasi tutte sulla costa a sud – perché ricoperta da ghiaccio e neve per l’80% del suo territorio.
Tecnicamente è territorio danese ma, come molti territori europei distanti dal continente, si governa oggi in semi-autonomia. Questo non le impedisce di ospitare delle basi militari, sia danesi che statunitensi. Donald Trump si è chiaramente detto molto interessato all’isola, ma bisogna dire che non è il primo.
Già nel 1867, dopo l’acquisto dell’Alaska dalla Russia, gli Stati Uniti si offrirono di comprare la Groenlandia dalla Danimarca ma non venne trovato un accordo. Di nuovo nel 1946, subito dopo la guerra, gli U.S.A. offrirono 100milioni di dollari (equivalenti a 1.2 miliardi oggi) per l’acquisto dell’isola, ma la Danimarca rifiutò.
Perché è così importante? “Se la Russia dovesse lanciare missili verso gli Stati Uniti, la rotta più breve per le armi nucleari passerebbe attraverso il Polo Nord e la Groenlandia” ha detto Marc Jacobsen, professore associato presso il Royal Danish Defence College. In pratica, l’isola si trova suo malgrado in una posizione strategica nel caso dello scoppio di una guerra aperta con la Russia.
Ecco perché Trump ha di recente detto: “Se lo vorrete, vi accoglieremo negli Stati Uniti d’America. Abbiamo bisogno della Groenlandia per la sicurezza nazionale e persino internazionale” e “Vi terremo al sicuro, vi faremo ricchi. E assieme porteremo la Groenlandia ad altezze che non avete mai pensato possibili prima”.
Qualche ora fa ha insistito ancora, affermando in una intervista a NBC: “Prenderemo la Groenlandia. Sì, al 100%. C’è una buona possibilità che potremmo farlo senza l’uso della forza militare, non escludo nulla dal tavolo”, come a dire che l’uso della forza rientra tra le opzioni possibili per ottenere questo obiettivo.
Alla domanda su quale tipo di messaggio questo manderebbe alla Russia, Trump ha risposto: “Non ci penso davvero. Non mi interessa. La Groenlandia è un argomento molto separato, molto diverso. È pace internazionale. È sicurezza e forza internazionale. Ci sono navi che navigano al largo della Groenlandia provenienti dalla Russia, dalla Cina e da molti altri Paesi”.
“Non permetteremo che accadano cose che possano danneggiare il mondo o gli Stati Uniti” ha concluso Trump, rendendo evidente come sicurezza internazionale, per lui, significhi soprattutto sicurezza americana – in linea con diverse altre politiche adottate e perseguite in questi primi mesi del suo secondo mandato.
Il primo ministro groenlandese Mute Egede ha risposto in maniera eloquente: “Non desideriamo essere americani. La Groenlandia è nostra. Non vogliamo essere americani né danesi, siamo groenlandesi. Gli americani e il loro leader devono capirlo, questo. Non siamo in vendita e non possiamo essere presi. Il nostro futuro è deciso da noi”. Resta da vedere fino a che punto Trump potrà essere d’accordo.
Fonti: BBC, ADNKronos
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