Parla Liù Bosisio
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Nel 1975, il pubblico italiano fece la conoscenza di un impiegato sfortunato destinato a entrare nell’immaginario collettivo: Ugo Fantozzi. Ma accanto a lui, con discrezione e determinazione, c’era un’altra figura destinata a lasciare un segno: sua moglie Pina. Interpretata da Liù Bosisio, la donna timida e devota, con la voce pacata e l’animo combattivo, ha saputo ritagliarsi un posto nella storia del cinema. A distanza di cinquant’anni dal primo film della saga, l’attrice oggi 89enne riflette sul significato del suo personaggio e sulla sua carriera in un’intervista rilasciata a La Stampa.
Liù Bosisio, oltre a essere un’interprete talentuosa, è anche una scrittrice, e il suo recente romanzo, La signora della casa rossa (Bertoni Editore), conferma la sua versatilità. Nonostante il tempo passato, il pubblico continua a identificarla con Pina:
Mi chiamano ancora Pina per strada… – confessa Liù Bosisio, con un misto di affetto e amarezza.
La sua riflessione su Fantozzi è chiara: non è un film comico nel senso tradizionale.
Fantozzi non fa ridere. Posso ridere quando urla nella foresta dopo che prende la martellata sulla mano, ma in realtà è un personaggio tragico – afferma.
A suo dire, il pubblico ha sempre frainteso il vero messaggio della saga, che voleva essere una rappresentazione spietata della società dell’epoca.
Questa critica sociale continua a risuonare ancora oggi. Secondo Liù Bosisio, il motivo per cui il film resta attuale è che molti vedono Fantozzi come una figura lontana, senza rendersi conto che potrebbero assomigliargli più di quanto pensino:
Forse fa ridere ancora oggi perché la gente pensa che Fantozzi sia il suo vicino di pianerottolo, senza capire che potrebbe essere anche lui che lo guarda
Nel corso del tempo, la figura del “perdente” è cambiata. Se il Fantozzi degli anni Settanta era un uomo rassegnato, secondo Liù Bosisio quello di oggi è più aggressivo:
Quello di allora era un perdente e un timido. Quello di oggi usa il coltello. Se lo urti, è aggressivo e arrogante
Pina, al contrario, è rimasta un simbolo di resistenza silenziosa. L’attrice ha sempre difeso la dignità del suo personaggio, sottolineando come fosse ben più di una semplice spalla comica:
Pina non è stupida. È cosciente dei difetti e della pochezza di suo marito, ma lo ama lo stesso e lo difende. Questa è la sua grandezza.
Per darle vita sullo schermo, Liù Bosisio si è ispirata alla realtà quotidiana e alla condizione femminile dell’epoca, purtroppo ancora molto attuale:
Ci sono ancora tante Pine in giro. Non ci sarebbero tanti femminicidi se non ci fossero donne che si ribellano e vengono ammazzate.
Un aneddoto sul set dimostra quanto avesse colto il senso del film e del suo personaggio:
Il quinto giorno di riprese Villaggio mi disse: “Come stai recitando la tua Pina fai apparire Ugo uno stronzo”. E io risposi: “Perché, l’uomo medio italiano non è forse uno stronzo?”». Villaggio sorrise e ammise: «Avevi ragione».
Dopo i primi due film della saga, Liù Bosisio decise di abbandonare il ruolo di Pina, una scelta dettata dalla volontà di non restare intrappolata in un solo personaggio:
In Italia ti mettono un cappello in testa. Diventi quel personaggio. Io volevo fare teatro. Una volta ero un folletto, una volta una regina. Nel cinema rimani quello
Nonostante la sua carriera abbia spaziato in molte direzioni, il pubblico continua a identificarla con la moglie di Fantozzi. Tra le scene che ricorda con più affetto c’è la celebre vestizione mattutina prima della corsa all’autobus, girata con perfetta sintonia con Paolo Villaggio:
Straordinaria. Tutto improvvisato, ma eravamo perfettamente in sincrono. Buona la prima
E la famosa acconciatura della festa di Capodanno?
Era una parrucca. Me l’han messa e ho recitato
Che ne pensate?