Tra i personaggi fantascientifici più noti di ogni tempo, il signor Spock – l’indimenticabile Leonard Nimoy – ha conquistato i cuori di generazioni di appassionati e rimane forse il personaggio più amato di tutta la saga di Star Trek. Oggi vi parliamo proprio di lui
Orecchie a punta, pettinatura composta e viso (quasi) inespressivo: così appariva nei lontani anni ’60 il mitico signor Spock, primo ufficiale sull’Enterprise nel corso della serie originale di Star Trek (The Original Series – TOS) dal 1966 al 1969, interpretato da Leonard Nimoy. Un personaggio tanto semplice quanto immediatamente memorabile, e di immediato impatto per il pubblico dell’epoca.
Erano del resto gli anni della corsa allo spazio – proprio nel ’69, ricordiamo, avvenne l’allunaggio – e il genere fantascientifico era pronto per crescere e rivolgersi al pubblico con una serietà ben maggiore rispetto ai flick da drive-in per adolescenti. Star Trek, in onda in America su NBC sotto la guida creativa e filosofica di Gene Roddenberry, si propose di fare proprio questo.
Leonard Nimoy nei panni dello storico personaggio
Soprattutto, si trattava di passare – in piena Guerra Fredda e a solo pochi anni dalla Crisi dei Missili di Cuba, del ’62 – un coraggioso messaggio di pace e fratellanza che invitasse al dialogo e alla collaborazione reciproci per il bene di tutta l’umanità… e oltre. Ecco perché nell’equipaggio dell’Enterprise vennero inseriti non solo una donna – di colore, per giunta – e persino un russo, ma anche… un alieno.
Un Vulcaniano, per meglio dire, anzi metà Vulcaniano e metà terrestre. I vulcaniani sono solo uno dei tanti popoli dell’universo di Star Trek, ma sono anche quello con un rapporto più stretto – per quanto alle volte “insofferente” – con i terrestri; e, assieme a loro, tra i fondatori della Federazione.
Il cast di TOS
I Vulcaniani potranno essere logici, freddi e razionali ma, a differenza dei loro “cugini” Romulani, o dei Klingon, hanno un forte senso del bene comune. Un senso che filtra nel personaggio di Spock, voce della ragione sulla plancia dell’Enterprise e dimostrazione vivente di come il dialogo e il confronto, anche tra specie terrestri e non, sia sempre la strada giusta.
Un dialogo poi che, in TOS, si articola e si fa acceso con i due comprimari, il capitano James Kirk e il dottor Leonard McCoy. Per il primo Spock funge da consigliere, calmando le intemperanze e la voglia d’azione dell’agitato capitano; con il secondo intraprende infinite discussioni su ogni tema, facendo spesso anche saltare i nervi al povero dottore.
Spock con il dr. McCoy e il capitano Kirk
Ma, anche se alle volte può risultare “chiuso” e difficile da capire, Spock si dimostra un personaggio affidabile e rassicurante, e anche se apparentemente sono solo le orecchie a punta a distinguerlo dai suoi amici umani, l’idea di un confronto da pari a pari con un essere alieno è, per gli anni ’60, molto forte e colpisce un pubblico abituato del resto più che altro ad alieni “invasori” e crudeli.
Non è tutto perché, nel corso della serie e poi nei film in cui compare, Spock imparerà a dar sempre più spazio al suo lato umano, dimostrando come la disponibilità al cambiamento si trova spesso anche “dall’altra parte” pure se non ce ne si accorge. Spock è un personaggio che si evolve e nel farlo dimostra che tutti hanno sempre qualcosa in più da imparare – persino lui.
Kirk e Spock ne L’Ira di Khan
Anche nelle sue “altre” versioni – con il volto di Zachary Quinto nei film della Linea Kelvin, e di Ethan Peck in Discovery e Strange New Worlds – Spock continua ad essere una figura influente e carismatica ancora oggi, icona della fantascienza e di una particolare concezione della stessa, quella cioè che vuole immaginare un futuro in cui, pur con le dovute difficoltà, ci siano posto e possibilità per tutti.
Anche dopo la morte di Nimoy nel 2015, Spock rimane immediatamente riconoscibile per appassionati del genere e non. I fan sostengono fortemente che dovrebbe essere considerato alla stregua di personaggi classici della fiction, da Gandalf indietro fino a Otello, Amleto o Romeo. E probabilmente, nei decenni e nei secoli a venire, sarà così.