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Le sex worker sono figure alle quali in cinema ha spesso dato visibilità e approfondimento. Ecco i cinque migliori dove sono protagoniste.
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Le sex worker sono state protagoniste di diversi grandi film. In ordine di apparizione, l’ultimo è Anora, vincitore nell’ultima edizione della Notte degli Oscar di cinque statuette, tra cui miglior film e miglior attrice protagonista per la bravissima Mikey Madison. Proprio l’attrice classe 1999 ha interpretato il ruolo di Anora, giovane sex worker alla ricerca di riscatto.
Ma quali sono gli altri film con protagoniste le sex worker? Ne abbiamo scelti cinque, molti dei quali hanno visto delle interpretazioni talmente profonde dal punto di vista attoriale e psicologico da valere altrettanti meriti e onorificenze, proprio come Anora. Buona lettura!
Pretty Woman (1990) è una commedia romantica che narra la storia di Vivian Ward (Julia Roberts), una sex worker di Los Angeles, e Edward Lewis (Richard Gere), un ricco uomo d’affari. Durante un soggiorno di lavoro a Beverly Hills, Edward incontra Vivian e, colpito dalla sua personalità, le offre un’insolita proposta: trascorrere una settimana con lui, accompagnandolo a eventi mondani e cene di lavoro.
Vivian accetta, e nel corso della settimana i due protagonisti si conoscono meglio, superando le barriere sociali e i pregiudizi. Edward rimane affascinato dalla genuinità di Vivian, mentre lei scopre un mondo di lusso e opportunità a cui non aveva mai avuto accesso. La loro relazione si trasforma gradualmente in amore, ma entrambi devono affrontare i dubbi e le insicurezze legati alle loro diverse vite.
La performance di Julia Roberts nei panni di Vivian Ward è stata ampiamente elogiata e le è valsa una nomination all’Oscar come migliore attrice. La sua interpretazione ha reso il personaggio di Vivian memorabile e iconico, grazie alla sua combinazione di fascino, vulnerabilità e forza. Roberts ha saputo dare vita a una protagonista complessa e sfaccettata, capace di conquistare il pubblico con il suo sorriso contagioso e la sua autenticità.
Il ruolo di Vivian è stato importante perché ha contribuito a ridefinire l’immagine della sex worker nel cinema popolare. Invece di rappresentare la prostituta come una figura marginale o degradata, Pretty Woman ha offerto un ritratto più umano e romantico, seppur idealizzato. La performance di Roberts ha reso Vivian un simbolo di emancipazione e di riscatto sociale, dimostrando che anche una donna proveniente da un contesto difficile può realizzare i propri sogni.
Leaving Las Vegas (1995) è un dramma crudo e intenso che racconta la storia di Ben Sanderson (Nicolas Cage), uno sceneggiatore alcolizzato che si trasferisce a Las Vegas con l’intenzione di bere fino alla morte. Qui incontra Sera (Elisabeth Shue), una sex worker con cui instaura una relazione autodistruttiva ma profondamente emotiva.
Ben e Sera trovano conforto l’uno nell’altra, condividendo una vulnerabilità e una solitudine che li accomunano. Nonostante la loro relazione sia segnata dall’alcolismo di Ben e dalla vita difficile di Sera, tra i due nasce un legame sincero e intenso. Sera accetta Ben per quello che è, senza cercare di cambiarlo, mentre Ben trova in Sera un’anima affine con cui condividere i suoi ultimi giorni.
La performance di Elisabeth Shue nei panni di Sera è stata ampiamente acclamata e le è valsa l’Oscar come migliore attrice. La sua interpretazione è cruda, vulnerabile e profondamente toccante, capace di mostrare la complessità emotiva di una donna che vive ai margini della società. Shue ha saputo dare vita a un personaggio forte e indipendente, ma allo stesso tempo fragile e bisognoso di affetto.
Il ruolo di Sera è stato importante perché ha offerto un ritratto realistico e non stereotipato di una sex worker. Invece di cadere nei cliché, Leaving Las Vegas ha mostrato la sua umanità, la sua intelligenza e la sua capacità di amare. La performance di Shue ha reso Sera un personaggio memorabile e significativo, capace di suscitare empatia e compassione nel pubblico.
Monster (2003) è un biopic drammatico che racconta la storia vera di Aileen Wuornos (Charlize Theron), una sex worker che diventa una serial killer. Il film esplora la vita travagliata di Aileen, segnata da abusi, povertà e disperazione. Dopo aver incontrato Selby Wall (Christina Ricci), una giovane lesbica, Aileen trova un barlume di speranza e affetto.
Tuttavia, la sua vita continua a essere segnata da incontri violenti con i clienti e dalla difficoltà di trovare un lavoro stabile. La frustrazione e la rabbia accumulate la spingono a reagire in modo estremo, uccidendo alcuni dei suoi clienti. Il film segue la sua discesa nella violenza, alternando momenti di tenerezza con Selby a scene di brutale violenza.
La performance di Charlize Theron nei panni di Aileen Wuornos è stata ampiamente acclamata e le è valsa l’Oscar come migliore attrice. La sua trasformazione fisica e emotiva è stata sorprendente, con un aumento di peso e l’uso di protesi per alterare il suo aspetto. Theron ha saputo dare vita a un personaggio complesso e controverso, mostrando sia la sua vulnerabilità che la sua ferocia.
Il ruolo di Aileen è stato importante perché ha offerto un ritratto non convenzionale di una serial killer e di una sex worker. Invece di demonizzare il personaggio, Monster ha cercato di esplorare le ragioni che l’hanno portata a commettere i suoi crimini, mostrando le sue fragilità e le sue difficoltà. La performance di Theron ha reso Aileen un personaggio memorabile e controverso, capace di suscitare sia repulsione che compassione nel pubblico.
Klute è un thriller psicologico diretto da Alan J. Pakula. Il film segue le vicende di John Klute (Donald Sutherland), un detective proveniente da una piccola città, che si reca a New York per indagare sulla scomparsa di un amico. Le sue indagini lo conducono a Bree Daniels (Jane Fonda), una sex worker di lusso e aspirante attrice, che era l’ultima persona a essere stata vista con l’uomo scomparso.
Mentre Klute e Bree collaborano per risolvere il mistero, tra i due nasce una complessa relazione. Bree, una donna indipendente e tormentata, si trova a confrontarsi con i suoi demoni interiori e con la paura di essere perseguitata da un misterioso stalker. Klute, dal canto suo, è attratto dalla sua forza e vulnerabilità, ma è anche turbato dal suo stile di vita.
La performance di Jane Fonda nei panni di Bree Daniels le valse l’Oscar come migliore attrice. Fonda ha saputo dare vita a un personaggio complesso e sfaccettato, capace di mostrare sia la sua indipendenza che la sua fragilità. La sua interpretazione è stata elogiata per la sua autenticità e per la sua capacità di esplorare la psicologia di una donna che deve affrontare delle serie difficoltà.
Il ruolo di Bree è stato importante perché ha offerto un ritratto psicologico approfondito di una sex worker. Invece di cadere nei cliché, Klute ha mostrato la sua umanità, la sua intelligenza e la sua capacità di autodeterminazione. La performance di Fonda ha reso Bree un personaggio memorabile e significativo.
Inoltre, il film ha contribuito a definire un nuovo tipo di thriller psicologico, in cui l’attenzione è focalizzata sulla psicologia dei personaggi e sulle loro complesse relazioni. Klute è considerato un classico del genere ancora oggi e la performance di Jane Fonda è uno dei suoi elementi più memorabili.
Belle de jour è un’opera cinematografica di Luis Buñuel che esplora i meandri della psiche di Séverine Sérizy (Catherine Deneuve), una donna dell’alta borghesia parigina. Nonostante una vita agiata e un matrimonio apparentemente felice con il dottor Pierre Sérizy, Séverine è tormentata da fantasie erotiche e desideri repressi.
Spinta da una curiosità morbosa, Séverine inizia a frequentare segretamente una casa di appuntamenti nel cuore di Parigi, dove assume il nome di “Belle de jour”. In questo ambiente clandestino, Séverine dà sfogo alle sue fantasie, sperimentando una nuova forma di libertà sessuale. Tuttavia, la sua doppia vita la conduce in un labirinto di ambiguità, dove la realtà e la fantasia si confondono.
L’interpretazione di Catherine Deneuve nei panni di Séverine è stata universalmente lodata per la sua eleganza, il suo mistero e la sua sottile inquietudine. Deneuve ha saputo incarnare con maestria la complessità di un personaggio diviso tra la rispettabilità borghese e la trasgressione sessuale. La sua performance è un’ode alla seduzione e all’ambiguità, lasciando allo spettatore il compito di decifrare i confini tra realtà e immaginazione.
Il ruolo di Séverine è stato un’icona del cinema per la sua capacità di sfidare le convenzioni sociali e di esplorare la zona grigia della sessualità femminile. Belle de jour ha offerto uno sguardo audace e provocatorio sulla psiche di una donna, aprendo un dibattito sulla repressione sessuale e sulla ricerca della libertà individuale. L’interpretazione di Deneuve ha reso Séverine un personaggio indelebile nella storia del cinema, simbolo di una femminilità enigmatica e seducente.