Lo scorso 6 marzo, Hazelight Studios ha rilasciato Split Fiction, il suo nuovo attesissimo titolo. Dopo il successo clamoroso di It Takes Two, il team guidato dall’istrionico Josef Fares torna con un’avventura cooperativa che promette di alzare ulteriormente l’asticella del genere.
La nostra redazione lo ha terminato durante il weekend e siamo qui per raccontarvi la nostra esperienza
La dura vita dello scrittore
Split Fiction ci presenta le protagoniste Mio Hudson e Zoe Foster, due scrittrici emergenti che cercano di farsi strada in un’industria ormai diventata cinica e votata unicamente al profitto. Quando la misteriosa compagnia Rader Publishing offre loro l’opportunità di pubblicare i propri lavori, le due accettano la colgono al volo, senza sapere che di lì a poco le loro speranze si trasformeranno in un incubo. Mio e Zoe vengono intrappolate in una simulazione che prende vita dalle loro stesse storie, costringendole a esplorare l’una a fianco dell’altra le loro rispettive fantasie.
Se It Takes Two raccontava il tentativo di riavvicinamento di una coppia sull’orlo del divorzio, Split Fiction mette al centro due perfette sconosciute, costrette a lavorare in coppia e a fidarsi l’una dell’altra. C’è naturalmente una patina di diffidenza iniziale che aleggia fra le due e ci vuole tempo prima che Mio e Zoe si sciolgano e si abituino a collaborare. Il risultato è una narrazione più lenta nelle prime fasi, ma che si sviluppa in un racconto di amicizia fiorito sulle basi della loro incredibile creatività.
Uno delle migliori esperienze co-op di sempre
Dal punto di vista del gameplay, Split Fiction riprende la formula che ha reso celebre Hazelight, elevandola a un livello totalmente nuovo. Ognuna delle aree del gioco è un tripudio di creatività, con meccaniche che variano costantemente: si passa da sezioni fantasy con castelli e draghi a scenari cyberpunk pieni di neon e tecnologia avanzata. Il gameplay co-op è studiato per esaltare la collaborazione tra i giocatori, con enigmi e sezioni platform che richiedono sinergia e comunicazione.
Anche il combattimento è una parte fondamentale di Split Fiction, che richiederà la massima concentrazione da voi e il vostro compagno. Anche in questo ambito Hazelight alza l’asticella e sfida il giocatore con sezioni ingegnose e piuttosto difficili da completare se non abbiamo esperienza.
A prescindere dai vostri videogiochi prefiti, Split Fiction si assicura di avere in serbo qualcosa per tutti. Dallo sparatutto al platform, le variazioni di gameplay e di scenari sono davvero impressionanti ed è proprio questo il principale punto di forza del gioco.
Un aspetto rivoluzionario che vogliamo assolutamente citare è il Friend Pass. Questo elemento player-friendly ha sempre caratterizzato i videogiochi di Josef Fares e permette di giocare online con un amico anche se solo uno dei due possiede il gioco. Una scelta che ribadisce l’impegno di Hazelight nel rendere il co-op accessibile a tutti, sacrificando parte degli incassi in favore dell’esperienza di gioco.
Un messaggio forte e chiaro
Al di là dei meriti tecnici di Split Fiction, l’opera si distingue per il suo sottotesto critico all’industria videoludica. La Rader Publishing, antagonista del gioco, riflette le preoccupazioni legate all’evoluzione dell’IA e alla minaccia che rappresenta per la creatività umana. Fares non si limita a raccontare una storia avvincente, ma lancia un messaggio forte sull’importanza dell’arte e della sua componente umana.
Con un punteggio di 91 su Metacritic, Split Fiction è il gioco più apprezzato dell’ultimo decennio nella libreria EA. Ma al di là dei voti, ciò che rende questo titolo speciale è la passione che traspare da ogni suo aspetto. Si tratta di un’esperienza unica, perfetta per veterani e neofiti, che conferma Hazelight come il punto di riferimento assoluto per i giochi cooperativi.
E voi avete giocato a Split Fiction?
Continuate a seguirci su LaScimmiaGioca e sul nostro canale Whatsapp.