Dibattito sulla donna-oggetto tra Flavia Vento e Alessia Merz: in quale circostanza nella televisione italiana le donne sono state più “oggettificate”?
Dibattito tra Flavia Vento e Alessia Merz a La Volta Buona su Miss Italia e su come si presenta oggi il concetto della donna-oggetto. La prima torna sulla famosa “prigionia” sotto il tavolo a Libero, mentre Teo Mammucari conduceva, e osserva: “Delle volte mi sono pentita, delle volte no, ma resta un programma divertentissimo che ha fatto molti ascolti, un programma cult”.
“Benincasa ha detto di avermi messa sotto al tavolo perché avevano realizzato un tavolo troppo grande e io non sapevo cosa farci. La donna-oggetto può esserci, ma io lì ero vestita, credo che siano prevalentemente le veline a poter essere viste come donne oggetto. Sono col costume, ballano in maniera provocante”.
Le risponde Alessia Merz, difendendo il ruolo della velina: “Noi ballavamo, comunque ballavamo, registravamo le telepromozioni. La donna oggetto non esiste. Non mi sono mai sentita una donna-oggetto, anche perché noi lavoravamo molto. Tutte le cose fatte con ironia hanno un valore. Anche la stessa valletta che affiancava l’uomo..”
“Proviamo a immaginare un Festival di Sanremo senza una valletta, o comunque figure con un ruolo minore che acquistano una rilevanza fondamentale. Le donne-oggetto sono più nelle mura di casa che non quelle del mondo dello spettacolo”, argomenta Merz. Un dibattito molto attuale, e che fa riflettere.
A proposito del famoso tavolo con Flavia Vento sotto, comunque, anche Teo Mammucari in persona ha avuto da dire la sua: “Sbagliarono le dimensioni del tavolo in plexiglass e Giovanni si incazzò moltissimo, perché la sua intenzione originaria era quella di collocarci dentro vecchi telefoni, tastiere e fili. Ma purtroppo il cilindro era troppo grande. A quel punto proponemmo a Flavia di andare là sotto”.
“Accettando mise riparo ad un errore dello scenografo. […] Ora una roba così sarebbe assurda. Ma ti ricordo che dopo la prima edizione rifiutai di fare subito la seconda e al mio posto arrivò la Cortellesi che mise sei uomini con le teste che sbucavano dalla sabbia. Questa cosa non fece scalpore”.
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