Il primo film della “Screen Trilogy” di Jane Schoenbrun – il secondo è I Saw the TV Glow – è un horror psicologico con protagonista una adolescente alienata, Casey, che prende parte a una challenge online con una lore oscura dietro e che a quanto pare può far impazzire le persone. Un misterioso contatto via web cercherà di aiutarla, ma Casey rischierà comunque di sprofondare in un mondo di follia senza ritorno.
Gaia – Jaco Bouwer, 2021
Ambientato in Sudafrica, questo film segue la disavventura di due agenti della forestale che in seguito a sfortunate circostanze si perdono nella enorme foresta di Tsitsikamma. In un confronto continuo con le forze della natura e con la loro resistenza contro l’avanzata umana, dovranno guardarsi da strane creature e scoprire segreti atavici sulla vegetazione e la flora di quel luogo. Un film grottesco, ma anche filosofico e che fa molto riflettere.
Horse Girl – Jeff Baena, 2020
Il penultimo film del compianto regista Jeff Baena, compagno di Aubrey Plaza, morto suicida a inizio 2025. La protagonista è Alison Brie, una ragazza timida e introversa che sogna una vita diversa e che viene coinvolta in strane esperienze al limite del paranormale, finendo col convincersi di essere stata rapita dagli alieni. Sogno e realtà si fondono in un dramma psicologico intenso e profondo, dedicato specialmente alle persone fragili ancora in cerca di un significato nella vita.
Bellissima opera di fantascienza basata su un’idea semplice ma geniale e recitata da una troupe teatrale giapponese: dei ragazzi scoprono casualmente come collegare due monitor con un effetto Droste, e questo gli consente in pratica di vedere nel futuro. Succederà di tutto: il film è molto divertente ma tiene anche davvero incollati, ed è un piccolo gioiello di regia che dimostra come il cinema, negli anni ’20 del nuovo secolo, abbia ancora tante possibilità da esplorare.
A Olso, la “attention whore” Signe vorrebbe avere sempre gli occhi di tutti puntati su di sé ma non ci riesce, fino che non scopre che un farmaco con effetti collaterali può farle venire una grave malattia della pelle. Vi si getta senza indugio, e presto tutti iniziano a prestarle l’attenzione che ha sempre desiderato… ma a quale prezzo? Una critica feroce e grottesca sull’era dell’individualismo e del protagonismo esasperato.
Caitlin Cronenberg, regista come il fratello Brandon e il celebre padre David, esordisce con un dramma distopico ambientato in un mondo in cui la scarsità di risorse obbliga le famiglie a scegliere dei “volontari” da sottoporre ad eutanasia. Una ricca famiglia si ritrova a dover decidere chi di loro dovrà morire, e per farlo cercano di stabilire chi fra loro sia… il peggiore. Naturalmente ne emergeranno conflitti parossistici, in uno scenario surreale e tuttavia vividamente (e dolorosamente) realistico.
Sissy – Hannah Barlow, Kane Senes, 2022
Cecilia – “Sissy” – è una vlogger con un buon seguito ma dalla sicurezza traballante. Incontrata una vecchia amica, viene invitata a casa sua per il suo addio al nubilato ma ad essere invitata è anche la bulla che la perseguitava da piccola: tra le due c’è un trascorso disturbante che viene sottaciuto, ma l’atmosfera è carica di tensione e Sissy si trova sempre più fuori posto fino a che le cose non vanno… fuori controllo. E lo fanno molto, molto violentemente, non senza una tetra ironia a coronare il tutto.
All My Friends Hate Me – Andrew Gaynord, 2021
Pete è un uomo di 31 anni che si appresta a festeggiare il suo compleanno in una villa assieme ad alcuni vecchi amici, ma i festeggiamenti vengono turbati da uno strano uomo inquietante “imbucato”, di nome Harry, che sembra proprio avercela con lui. Tra frecciatine, provocazioni e scherzi, Pete precipita nella paranoia e si convince che Harry sia legato a un oscuro segreto del suo passato. Il finale è una esplosione di tensione devastante, promesso. Nel cast anche Georgina Campbell di Barbarian.
Noomi Rapace è protagonista assieme a Hilmir Snær Guðnason di questo pregevole folk horror alienante ambientato (e prodotto) in Islanda. Una coppia che vive in una zona isolata adotta uno strano ibrido umano-pecora dopo aver perso una figlia, Ada, e la chiamano come lei. La trama si dipana in un crescendo di grottesca tensione, fra riflessioni sulla genitorialità e i limiti dell’empatia umana, culminando in un finale agghiacciante.
Joe Keery – Steve di Stranger Things, non occorrono presentazioni – è un wannabe influencer sulla trentina che cerca disperatamente di essere… bé, “influente”. E quale metodo migliore che uccidere la gente e streammare il tutto? Ne esce una storia surreale e fortemente satirica sul panorama social, che espone tutte le dinamiche disfunzionali di una società iper-connessa fissata con i fenomeni viral e ci fa domandare se l’assassino protagonista sia davvero il più malato fra tutti.