Bruno Pizzul è stata una delle voci più rappresentative della tv pubblica italiana. Non siamo soliti raccontare le storie di personaggi del mondo della tv, in particolare dello sport, ma riteniamo che un personaggio di questo tipo meriti un’eccezione, in virtù della sua importanza come narrazione storica di imprese, non sempre vittoriose, di squadre e della Nazionale italiana di calcio con un’eleganza ed un carisma ormai appartenenti ad un passato che non esiste più, ma che richiama un’incredibile nostalgia di anni nei quali il calcio era, per davvero, “la cosa più importante delle cose meno importanti” (Cit. Arrigo Sacchi).
In ogni caso, Bruno Pizzul ha recitato, nella sua immensa carriera, il suo stesso ruolo di telecronista nel film del 1974 L’Arbitro, diretto da Luigi Filippo D’Amico, la storia di un arbitro, per la cui voglia di raggiungere le vette più alte delle direzioni internazionali, viene spinto al consumo di metanfetamine, fino ad un grottesco epilogo. Quindi, seppur in sordina e probabilmente ormai finito del dimenticatoio, Bruno Pizzul ha comunque legato il suo nome al mondo del cinema, il “nostro” mondo, che tanto spesso si intreccia con storie di sport e che lui sapeva raccontare magistralmente. Ciao Bruno.
Bruno Pizzul: quando il calcio era lo sport più bello del mondo
Bruno Pizzul ha indissolubilmente legato il suo nome alla Rai, diventandone la voce delle competizioni internazionali e dirigendo diversi programmi, in anni in cui non esistevano le pay tv e lo sport, in particolare il calcio, era un momento di unione per milioni di italiani, che si stringevano intorno alla nazionale nelle estati di Mondiali ed Europei. La sua voce non ha raccontato, purtroppo, la vittoria del Mondiale di Spagna ’82, il cui commento fu affidato all’amico Nando Martellini. La ritroviamo, invece, come voce delle successive competizioni a quel magico anno calcistico, ma spesso per riportare cocenti sconfitte come quelle contro l’Argentina nel Mondiale nostrano di Italia ’90, o la sconfitta ai rigori contro il Brasile a USA ’94.
Ripensandoci ora, le telecronache di queste partite con la voce di Bruno Pizzul si trasformano in storia nella storia, eventi e ricordi di un passato che non esiste più, compresa la stessa voce che le ha narrate. Ricordi che riguardano un calcio che non esiste più, meno evoluto rispetto a quello che vediamo adesso e che ancora appassiona milioni di tifosi, ma che è come se avesse perso un po’ della sua magia. Bruno Pizzul ha raccontato gli anni in cui i migliori giocatori del mondo erano di casa in Serie A.
Nonostante gli anni siano trascorsi velocemente, come è giusto che sia, molti di quei calciatori sono rimasti nell’immaginario collettivo come assolute icone, anche per le generazioni che non gli hanno visti giocare. In tantissimi gesti tecnici, gol spettacolari o momenti sportivamente drammatici, a fare da sfondo nello loro e nostre memorie c’è la voce di Bruno Pizzul, la cui capacità di descrivere le immagini e dare ritmo alle partite ha fatto scuola alla futura generazione di telecronisti sportivi, avvicinati a questo mestiere dall’immenso talento del telecronista di Udine. Anche se non c’eravate, siamo sicuri ricorderete il commento di questo gol.
Il gol di Baggio contro la Nigeria, USA ’94, commento di Bruno Pizzul / credits: youtube; aDiodo TV
Bruno Pizzul è stata la voce, senza ombra di dubbio, degli anni migliori della storia del calcio.
Bruno Pizzul: la tragedia dell’Heysel
Bruno Pizzul, suo malgrado, è stata la voce narrante di una delle pagine più tristi del calcio degli anni ’80: la strage dello stadio Heysel. Quella che doveva essere una serata di sport tra due delle squadre più forti e famose del panorama calcistico internazionale, il Liverpool e la Juventus, si trasformò nella narrazione di una tragedia che si concluse in maniera grottesca e paradossale.
Prima dell’inizio della partita, valevole per la vittoria della Champions League 1985, i tifosi inglesi caricarono verso un settore nel quale erano presenti le tifoserie neutrali, tra cui alcuni sostenitori della Juventus. Nel panico generale, causato dalla paura dei tifosi avversari e delle polizia belga che cercava di far rientrare nel proprio settore i tifosi in fuga, la calca, il crollo di un muro e la confusione generarono 39 vittime. Bruno Pizzul fu la voce alla quale era affidato l’ingrato compito di narrare quanto successo, sia per dovere di cronaca ma anche un tentativo di conforto per le famiglie di coloro che erano allo stadio in quel giorno.
Ancor più ingrato, se così si può dire, fu il compito di commentare ugualmente quella partita, che per motivi di ordine pubblico fu fatta comunque giocare, con successivi festeggiamenti e applausi, mentre si faceva il conto delle vittime. Lo stesso Bruno Pizzul tornerà molte volte sul ricordo di quella finale, raccontando di come gli scorressero le lacrime mentre si faceva testimone di quegli eventi, e difendendosi dalle accuse su una frase gioiosa rivolta al termine di quella partita.
La tragedia dell’Heysel con commento di Bruno Pizzul / credits: youtube; FIGHTERS1985
Questa voce, la voce di Bruno Pizzul, era già leggenda prima della sua scomparsa. Adesso, sarà eterna.