“Al forno le vendiamo esclusivamente a peso e se il cliente vuole assaggiarne una prima dell’acquisto non la paga, è un atto di gentilezza. Diverso è il discorso del bar dove c’è un servizio e se ne possono consumare anche un paio, sempre a peso, con una spesa fra cinquanta centesimi e un euro“.
“Essendo [la lavorazione] priva di agenti lievitanti è fondamentale che il vino reagisca bene con l’impasto, per creare le famose bolle che danno quella struttura caratteristica. Serve una notte di riposo prima di friggerle e gustarle. Se Massari le vende a 100 euro al chilo, bravo lui“.
E su posizioni simili è Sal De Riso, che rincara la “dose”: “Da noi il prezzo oscilla fra i 35 e i 40 euro al chilo. Utilizziamo una materia prima di grandissima qualità, una farina speciale con germe di grano e fibre solubili, un burro importante e garantiamo una frittura con olio altoleico che ci dà un prodotto friabile, leggero e asciutto”.
“Inoltre, abbiamo realizzato anche un packaging di grande eleganza, perfetto per un regalo. Il prezzo di 100 euro al chilo, effettivamente, fa riflettere. Anche Sal De Riso è un brand, ma io voglio continuare ad essere un pasticcere pop. Tutti i dolci di carnevale da noi hanno lo stesso prezzo al chilo, così se vuoi mangiare un pezzo singolo in pasticceria non lo paghi due o tre euro”.
“Io inoltre l’ho destagionalizzata e la propongo anche in estate, insieme agli struffoli, altro dolce del periodo. Mia figlia ne va ghiotta e dovendoli fare per lei che fa il compleanno il 15 agosto finisce che li faccio per tutti. La chiacchiera è un dolce conviviale e così deve restare”, sostiene.
Che ne dite, siete d’accordo? E voi come le fate le chiacchiere, o dove e a quanto le comprate? Diteci la vostra esperienza su LaScimmiaPensa e seguiteci sempre su WhatsApp
Fonte: La Repubblica