Jane Fonda difende la woke culture alzando il pugno e invitando tutti alla “resistenza” in un discorso ai SAG Awards
Jane Fonda, storica attrice che ha fatto la storia del cinema di Hollywood specialmente tra gli anni ’60 e gli anni ’80, ha tenuto un appassionato discorso ai SAG Awards – dove ha ritirato un premio alla carriera – nel quale si è espressa così: “Quello che noi attori creiamo è l’empatia“.
“Il nostro lavoro è capire un altro essere umano in modo così profondo da poter toccare la sua anima. E non vi sbagliate: essere empatici non vuol dire essere deboli o woke. Tra l’altro: woke significa solo non fregarsene degli altri. Oggi è utile non dimenticare che Hollywood resiste”.
“Avete mai guardato un documentario su uno dei grandi movimenti sociali, contro l’apartheid, per i diritti civili o i moti di Stonewall per gli omosessuali, e vi siete chiesti: ‘Sarei stato abbastanza coraggioso da espormi?’. Non dobbiamo più chiedercelo, perché il momento del nostro documentario è ora. È questo, e non si tratta di prove!”
Criticando anche la nuova amministrazione Trump, Jane ha detto: “Molte persone saranno danneggiate da quello che sta accadendo. Anche se hanno un diverso orientamento politico, dobbiamo fare appello alla nostra empatia e non giudicare, ma ascoltare con il cuore e accoglierli nella nostra tenda perché avremo bisogno di una grande tenda per resistere con successo a ciò che ci sta per colpire”.
Fonte: Corriere della Sera
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