Sanremo: i peggiori e i migliori look della terza serata

Ecco una carrellata dei look che hanno contraddistinto la terza serata del Festival di Sanremo 2025

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Il nostro viaggio tra i look più stravaganti di Sanremo prosegue

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A cura di Serena Cramerotti

Ogni serata del Festival di Sanremo che passa rimpiangiamo sempre di più Amadeus, ogni giorno che passa sospiriamo al ricordo delle dirette con Fiorello al freddo che implora di finirla, ogni giorno che passa rammentiamo con nostalgia Bugo, Morgan e pure Morandi che passa il mocio.

Ogni giorno che passa ci aspettiamo che Carlo Conti proclami il vincitore di Sanremo da un momento all’altro, storditi dalla velocità e dalla densità di tutte le assurdità che ci propina.

Siamo tutti così confusi da colpirci da soli, sommersi fino al collo da bambini prodigio inseriti a caso, senza un senso. Forse si vuole lanciare una sfida a Mr. Rain, o forse si cerca di riequilibrare l’età media e il tono dei partecipanti e degli ospiti. Se continua così, l’ultima serata di Sanremo Carlo Conti la presenterà insieme a Mike Bongiorno.

Per la terza puntata, che speravamo non potesse superare la noia della seconda e invece incredibile sorpresa ce l’ha fatta, cominciamo con un rapimento dal reparto geriatria per Edoardo Bennato, il nostro Bob Dylan col bomber argentato e gli occhiali blu, che tra un’armonica e una chitarra ha detto praticamente a tutti ‘ehi ho settantotto anni ma ancora mi ricordo come si fa e pure meglio del 70% di quelli in gara’.

Scusate se sorvoliamo Carlo Conti ma tanto è vestito sempre uguale, abito sartoriale stirato benissimo che non si capisce come faccia a non avere una sgualcitura o il segno del fondotinta sul colletto, e passiamo subito alla donna più attesa dal pubblico maschile, Miriam Leone.

Verrebbe da parafrasare la frase di Balto: “non è attrice non è presentatrice sa soltanto quello che non è”, ma comunque una donna bellissima senza ombra di dubbio. Talmente tanto che magari potevamo osare un po’ di più con il primo abito, basta propinare Armani a tutti manco fosse l’unico stilista italiano, e non farla sembrare lo sfondo stellato del presepe a casa di zia Assunta. Per giunta nero.

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Miriam ci presenta Clara, che anche stavolta incanta con un vestito strutturato sui fianchi, evocando l’immagine mitologica della dea Atena, e con una canzone memorabile come i cruciverba che si fanno al mare. Il risultato è una meraviglia: una straordinaria coppia al femminile che sorprende e sostituisce inaspettatamente il duo Borghi-Damiano di ieri.

In ogni caso per rafforzare il concetto arriva pure Elettra Lamborghini che, di bianco vestita per far risaltare l’abbronzatura e con un sorriso contagioso, ci sorprende con l’assenza di kitch e ci fa capire che a quanto pare è una che sta bene sia a Sanremo che alla sagra della porchetta di Mora Romagnola a Brisighella.

Momento più ossimorico del Festival di Sanremo di ieri è lei che dopo aver temuto che le esplodessero i bottoni, presenta Brunori Sas che da professore di filosofia sopra le righe digievolve in assicuratore di borsa cosentino, paroliere di tutto rispetto che va elogiato soprattutto per non avere l’elenco dei soliti quarantacinque autori dietro il suo pezzo. Scrive da solo, suona da solo, forse stasera si dirige pure da solo.

Terza co-conduttrice della serata Katia Follesa, abito nero in velluto con scollo a cuore e onde laterali Old Hollywood, che probabilmente ha fatto un training autogeno sul dover essere necessariamente simpatica talmente intenso che non ha funzionato.

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Battute forzate, forse ci strappa un sorriso solo quando cerca di irretire Simon Le Bon ma comunque roba già vista. Qualcuno lo saltiamo sennò stiamo qua fino a domani ma già che abbiamo nominato il frontman qualche parola sul mesto spettacolo dei Duran Duran non possiamo esimerci dal dirla: se chiudevate un po’ prima andava bene uguale non ci offendevamo.

La giacca a specchio che non si chiude, la gag sul Carlo Conti scambiato per Pippo Baudo, tutto ci fa ripensare con tenerezza e nostalgia  a quando si incazzò John Travolta costretto a fare il ballo del Qua Qua nella scorsa edizione del Festival di Sanremo.

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Intanto tra una lacrima e uno sbadiglio ci passano davanti agli occhi velocemente tutti gli altri artisti in gara come si dice facciano i nostri ricordi più belli quando stai per morire. Ed ecco Gue con tutti gli altri che ogni volta sembrano lì in libertà vigilata su gentile concessione di Rebibbia, Tony Effe in Balenciaga che si è finalmente denudato ma che comunque ancora non si capisce come sia possibile che Mannarino non lo abbia querelato e Francesco Gabbani che più canta Viva la Vita più te la fa odiare.

Elogio speciale a Joan Thiele, che forse abbiamo sottovalutato ma quel completo Chanel e quella chitarra in mano creano un connubio niente male e alla mamma di Olly che con quel cartello dolcissimo forse adesso lo vogliamo pure noi come vincitore ma comunque red flag donne, questo è uno di quelli che vi dirà che cucina sempre meglio lei.

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I Coma Cosa come sempre di un’altra dimensione, indossanontutte creazioni di Alessandro Michele cucite apposta su di loro, un po’ naif e un po’ anni ‘30: sembrano usciti da un libro di Fitzgerald. E che chimica.

Cambi d’abito per le madrine che finalmente azzardano con colori più frizzanti e linee più briose e ci accompagnano al termine di questa seccatura facendoci pentire di essere ancora svegli. Abbiamo superato i Modà versione Barbie va a Sanremo, abbiamo resistito a Noemi che prova a fare Rita Hayworth, abbiamo tollerato Irama con quell’indumento che sembrava la cotta di maglia che mettevano i crociati sotto le armature, abbiamo persino accettato l’ennesima intervista al cast di Mare Fuori (ma quanto dura sta serie?).

Ma Iva Zanicchi no. Per Favore. Dopo aver sentito che ha vinto tre Festival di Sanremo siamo rimasti sbigottiti, dopo l’esibizione agonizzanti, dopo il premio alla carriera sgomenti come quando diedero il David speciale a Monica Bellucci nel 2021. Quindi puntiamo tutto a stasera, speriamo bene.

Qual è stato il vostro momento preferito di questa terza serata del Festival di Sanremo?