Il mondo della musica e dello spettacolo non è mai stato immune dalle polemiche, soprattutto quando si intrecciano temi di attualità e sensibilità politiche. Questa volta a sollevare discussioni è stato un post pubblicato da Ghali, il noto artista italo-tunisino, che ha condiviso un’immagine evocativa accompagnata da poche parole: “Ditemi che è uno scherzo”.
La foto scelta – quella delle celeberrime gemelle del film Shining– è stata interpretata come una critica alla decisione di far esibire sul palco di Sanremo Noa, cantante israeliana, e Mira Awad, artista palestinese con cittadinanza israeliana, che hanno eseguito Imagine dopo un messaggio di pace del Papa.
Sebbene nel post non vi fosse alcun riferimento esplicito alla kermesse canora, chi segue Ghali ha subito colto il riferimento alla serata sanremese. L’immagine delle due gemelle di Kubrick è stata letta come una metafora della scelta di presentare due interpretati percepite entrambe come rappresentanti dello Stato di Israele. Anche l’account legato all’alieno Rich Colino, che aveva affiancato Ghali nella sua precedente esperienza al Festival, ha sostenuto la sua posizione.
La reazione del pubblico non si è fatta attendere: in molti hanno commentato il post del cantante, tra cui un utente, che ha precisato il contesto della performance:
Per chi non aveva capito. Noa israeliana, Mira Awad di origine palestinese, con cittadinanza israeliana, ha rappresentato Israele all’Eurovision del 2009. In pratica israeliana e israeliana cantano in nome della ‘pace’
Un altro utente,ha invece scritto direttamente a Ghali:
Purtroppo non è uno scherzo. Solidarietà a tutto il popolo palestinese ea tutti i popoli oppressi della terra
Già nella scorsa edizione del Festival Ghali aveva portato sul palco un messaggio forte con il brano Casa mia, in cui parlava dei bombardamenti a Gaza, e aveva attirato l’attenzione con un appello durante la finale, chiedendo “stop al genocidio”. Quella presa di posizione aveva generato un acceso dibattito politico, con reazioni ufficiali da parte del presidente delle Comunità ebraiche Italiane e della Rai.
A distanza di un anno, il suo messaggio e la sua denuncia sembrano essere ancora ben vivi nella memoria del pubblico, tanto che qualcuno ha commentato:
Credimi che nonostante tutto ci sono le persone che hanno dato più valore a te lo scorso anno quando hai urlato ‘stop al genocidio’ in un canale nazionale