William James Sidis, l’uomo più intelligente di sempre

William James Sidis è stato uno degli uomini più intelligenti di sempre. Tuttavia la sua vita su tragica. Ecco la sua storia

William James Sidis
Credits: Archive Photos/Getty Images
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L’incredibile vita di William James Sidis

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Si potrebbe pensare che personalità come Albert Einstein e Stephen Hawking siano le menti più brillanti mai esistite, ma in realtà rappresentano solo la punta dell’iceberg. Tra le figure più straordinarie della storia dell’intelligenza, spicca William James Sidis, un ex bambino prodigio americano con un quoziente intellettivo stimato tra 210 e 250.

Per fare un confronto, il QI medio nel Regno Unito varia tra 85 e 115, mentre quello di Einstein e Hawking si aggira intorno ai 160. Sidis, dunque, apparteneva a un livello superiore persino rispetto agli scienziati più brillanti del XX secolo. Ma come mai in pochi conoscono la sua storia?

William James Sidis nacque il 1° aprile 1898 a New York, da una famiglia di immigrati provenienti dall’Impero Russo. Fin dalla tenera età dimostrò un’intelligenza eccezionale: a soli 18 mesi era già in grado di leggere il giornale.

Suo padre, Boris Sidis, era un noto psicologo specializzato in psicopatologia, mentre sua madre, Sarah Mandelbaum Sidis, era un medico. Questo solleva un interessante interrogativo: l’intelligenza è ereditaria?

Secondo Amy Wallace, autrice della sua biografia, i genitori di Sidis lo sottoposero a un’intensa pressione per perseguire la conoscenza, indipendentemente dai suoi desideri. Prima ancora di compiere dieci anni, il piccolo William era circondato da libri, materiale didattico e discussioni accademiche.

A otto anni parlava fluentemente otto lingue e ne inventò una sua. A nove anni venne ammesso all’Università di Harvard, ma dovette aspettare fino agli 11 per iniziare ufficialmente gli studi. Nel frattempo, trascorse due anni alla Tufts University studiando matematica.

Si racconta che William James Sidis analizzò e corresse alcuni errori nella teoria della relatività di Einstein. Sebbene non ci siano pagelle o punteggi ufficiali che attestino il suo QI, si stima che fosse tra i 50 e i 100 punti superiore rispetto ai più celebri scienziati del XX secolo.

Nel 1909 divenne lo studente più giovane mai ammesso ad Harvard e, al suo primo anno, tenne una conferenza sui corpi quadridimensionali all’Harvard Mathematics Club, impressionando esperti del settore. Il fisico Daniel F. Comstock, all’epoca professore al MIT, dichiarò:

Prevedo che il giovane Sidis diventerà un grande matematico astronomico, il leader in questa scienza nel futuro

Tuttavia, la sua vita prese presto una svolta drammatica. Frequentare l’università in età così giovane ebbe infatti un forte impatto su William James Sidis. Veniva spesso deriso dagli altri studenti e perseguitato dai media. Dopo la laurea a 16 anni, confidò a un giornalista di voler vivere “in isolamento” e di aver sempre “odiato la folla”.

Divenne professore associato di matematica e pubblicò un libro sulla geometria euclidea, ma si sentì frustrato dal modo in cui veniva trattato. Decise quindi di tornare ad Harvard per studiare legge, ma abbandonò gli studi dopo tre anni per motivi sconosciuti.

Nel 1919, William James Sidis aderì a cause socialiste e venne arrestato per aver partecipato a una protesta pacifista. La sua fama lo portò sulle prime pagine dei giornali e fu condannato a 18 mesi di carcere per aggressione a un agente. I suoi genitori riuscirono a negoziare un accordo affinché venisse ricoverato in un sanatorio diretto dal padre al MIT.

Una volta libero, Sidis scelse di vivere lontano dai riflettori, rinunciando a sfruttare il suo incredibile talento matematico. Lavorò come contabile sotto falso nome e cambiava città e impiego ogni volta che veniva riconosciuto. Ciononostante, scrisse numerosi libri, alcuni con il suo vero nome, altri sotto pseudonimo.

Le sue opere trattavano svariati argomenti: dalla storia degli Stati Uniti alle multe per i biglietti del tram. Nel 1925 pubblicò “The Animate and the Inanimate”, un libro sulla cosmologia in cui predisse l’esistenza dei buchi neri, 14 anni prima delle più celebri teorie di Chandrasekhar.

Nel 1935 scrisse “John W. Shattuck“, un libro sulla storia dei nativi americani, e progettò un calendario che teneva conto degli anni bisestili.

William James Sidis visse nell’ombra fino al 1937, quando il New Yorker pubblicò un articolo su di lui, raccontando la sua vita dopo l’allontanamento dalla scena pubblica. Sentendosi violato nella sua privacy, intentò una causa per diffamazione e vinse nel 1944. Purtroppo, morì quello stesso anno per un’emorragia cerebrale.

William James Sidis è stato uno dei più grandi geni della storia, ma la sua esistenza fu segnata dall’isolamento e dalla pressione mediatica. La sua storia solleva domande profonde su quanto la società sia in grado di gestire e valorizzare le menti più brillanti. Oggi, il suo nome è ancora poco conosciuto, ma la sua eredità intellettuale continua a suscitare curiosità e ammirazione.

Una storia incredibile.