A noi è piaciuto il nuovo film della saga di Bridget Jones, e a voi? Ecco perché per noi rimane unica e insostituibile: la nostra recensione di Mad About the Boy – Un Amore di Ragazzo
Sono passati 24 anni dal primo film della saga del Diario di Bridget Jones, ma nessuno quel giorno si sarebbe aspettato che Renée Zellweger avrebbe segnato la storia delle romcom con la sua eccentrica, goffa, spassosa e unica nel suo genere Miss Bridget Jones. Né tantomeno il pubblico si sarebbe aspettato che i primi due film della saga, usciti a 3 anni di distanza, avrebbero avuto un seguito che si concentrasse sulla fase più matura della vita della nostra Bridget.
Difficile giudicare obiettivamente una commedia romantica che è in grado di scaturire sentimenti diversi in persone diverse, ma è indubbio che l’ultimo capitolo della storia, Bridget Jones’s Baby, ci abbia lasciati un po’ con l’amaro in bocca. Nonostante per il film sia stato richiamato lo storico regista del primo film, Sharon Maguire, non è stato esattamente come tornare nel confortevole mondo della Jones, cosa che invece è successa inaspettatamente con Mad About the Boy (Un Amore di Ragazzo).
Secondo film da regista per Michael Morris e prima volta a dirigere un capitolo su Bridget Jones, questo nuovo capitolo è una meravigliose ode e al tempo stesso un rispettoso omaggio alla Bridget Jones che abbiamo amato nel primissimo film del 2001 in quel piccolo appartamento blu di Londra vicino a Borough Market.
Il film inizia con delle “note amare”, così come le chiama la protagonista; la morte di Mark Darcy. Seppur la notizia della presenza di Colin Firth nel cast è stata tenuta segreta fino alla distribuzione del primo trailer, è stato proprio attraverso quel primo trailer che ci venne anticipata la tragica sorte del suo personaggio, così come avviene nei libro da cui prende ispirazione. Questo, però, non ha di certo indorato la pillola.
La stessa Renée Zellweger durante un’intervista affermò di essersi ritrovata in lacrime e con il cuore spezzato per la scomparsa di un personaggio di fantasia che però conosceva da ben oltre due decenni. L’assenza di Colin Firth è palpabile, un tema centrale attraverso cui Bridget cerca di destreggiarsi per cercare di andare avanti con la sua vita da mamma a tempo pieno, ma quel vuoto è stato brillantemente riempito da una serie di carismatici personaggi, del passato e non, che sono stati in grado di alleggerire i momenti tristi ed enfatizzare quelli divertenti.