Kingdom Come Deliverance 2 rende Henry bisessuale e la fanbase insorge

La fanbase di Kingdom Come Deliverance criticato per l'inserimento di una scena di se*so omosessuale.

Kingdom Come Deliverance 2
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Ieri è finalmente uscito il sequel di Kingdom Come Deliverance, l’attesissimo titolo di Warhorse Studio. Lo studio di sviluppo ceco aveva sorpreso il mondo nel 2018 con la sua riproduzione della Boemia del 1400, la quale prediligeva un realismo impressionante imperniato sullo studio della storia e del territorio.

Tutti hanno adorato il videogioco d’esordio di Warhorse Studio, e il game director Daniel Vavra si era eretto ad una sorta di rappresentante di una certa parte della fanbase che rifiutava l’inserimento di elementi di inclusività all’interno dei prodotti di intrattenimento. Celebre il suo tweet nel quale deride i scarsi numeri di Dragon Age: The Veilguard.

Tutta questa anticipazione per Kingdom Come Deliverance 2 ha finito per ritorcesi contro Vavra e lo studio, che ha deciso di inserire una scena in cui il protagonista Henry ha un rapporto omosessuale con il suo amico Hans.

Questo ha naturalmente scatenato le ire della community, che si è sentita tradita da uno dei suoi più grandi eroi. Molti fan avevano apprezzato il realismo del primo Kingdom Come Deliverance ed erano tornati per rivivere quelle sensazioni, ma quando le voci hanno iniziato a circolare l’attesa si è trasformata in rabbia e frustrazione.

Al netto delle polemiche, la rabbia della community è dovuta al fatto che l’esistenza di questo tipo di contenuti è stata nascosta fino a poco prima del lancio, quando è emerso che il gioco sarebbe stato bandito in Arabia Saudita. La sensazione di tradimento è ancora più accentuata dal sospetto che il nuovo corso dello studio ceco sia legato in qualche modo all’acquisizione da parte di Plaion, che lo ha trasformato da piccolo studio indipendente a grande realtà del mercato tripla A.

A volte bisogna fare sacrifici per poter sfondare nel competitivo mondo del gaming e questa volta Warhorse ha dovuto offrire la sua identità in cambio di un posto al tavolo dei grandi.

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