I Premi Oscar più immeritati della storia [LISTA]

Oscar
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A cura di Serena Cramerotti

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Quali sono stati i Premi Oscar più ingiustamente assegnati nella storia dell’Academy? Eccone alcuni che rimangono davvero inspiegabili

Gli Oscar: una cerimonia nata nel silenzio

La prima cerimonia degli Oscar: quindici minuti e duecento persone di cui la maggior parte addette ai lavori. Niente orge di abiti firmati e ampollosi, nessuna intervista patinata o gag discutibilmente comiche. Niente tappeti rossi e fotografi isterici, nessun discorso impegnato e ringraziamenti a mamma, a Dio e a Diego Armando Maradona.

Solo una carrellata di vittorie rese note già tre mesi prima e comunicate con lo stesso entusiasmo che avrebbe uno a cui chiedi di farti da garante per il mutuo: la prima notte degli Oscar si svolge il 16 maggio 1929 nella Blossom Room dell’Hollywood Roosevelt Hotel di Los Angeles in un contesto talmente sobrio e spartano da far sembrare capodanno una riunione di condominio.

Con la Grande Depressione fuori, un filetto di sogliola e un giro di danza, Janette Gaynor, vincitrice del primo Oscar come migliore attrice, lo definirà addirittura “un affare di famiglia”. Un’Academy poco interessata al concetto di intrattenimento, riscoperto solo grazie alla radio e più tardi alla tv, che a poco a poco hanno contribuito a rendere l’evento un circo mediatico ricco di vittorie controverse e decisioni discutibili.

Un tavolo da gioco dove l’innovazione viene spesso soppiantata dalla convenzione per ragioni politiche, etiche o di puro marketing. Vale la pena dunque ricordare alcuni degli errori più rilevanti di giurie fallibili e opinabili? Assolutamente si, perchè alla fine lamentarsi degli Oscar è una tradizione sacra, come rivedersi in vecchie foto con ridicoli tagli di capelli e vestiti oggettivamente ignobili.

Lustrini e paillettes umiliano Chaplin – Anni ’30

Nel 1936 vince come miglior film “Il paradiso delle fanciulle” diretto da Robert Z. Leonard, superando niente di meno che “Tempi Moderni” di Charlie Chaplin. Davvero un biopic musicale può battere un capolavoro senza tempo? Possono mero spettacolo ed esibizione sovrastare una satira così pungente al capitalismo sfrenato di quegli anni mescolando comico e drammatico con tale maestria?

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Il grande furto – Anni ‘40

“Com’era verde la mia valle” (1941) dramma familiare di John Ford rassicurante e tradizionale viene considerato un un vero e proprio furto ai danni di Quarto potere, un film rivoluzionario che ha riscritto le regole del linguaggio cinematografico. Perchè? Orson Welles per il suo capolavoro si ispira alla vita di William Randolph Hearst, un potente magnate dell’editoria, che fa di tutto per boicottare il film, troppo scomodo per sé e per la Hollywood di quegli anni.

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