Selena Gomez, celebre cantante, attrice e produttrice, è una delle voci più influenti del panorama musicale e cinematografico internazionale. Oltre al suo successo artistico, la Gomez si è spesso infatti distinta per il suo impegno sociale, affrontando temi come la salute mentale, l’uguaglianza di genere e l’immigrazione. In particolare, ha più volte espresso solidarietà verso le famiglie di immigrati che vivono situazioni difficili negli Stati Uniti, una causa a lei cara anche per via delle sue origini messicane.
Con l’insediamento di Donald Trumpper il suo secondo mandato come presidente degli Stati Uniti, diverse celebrità hanno manifestato preoccupazioni riguardo ai cambiamenti che l’amministrazione repubblicana potrebbe attuare. Tra queste, Selena Gomez si è mostrata particolarmente scossa, condividendo un video in cui piangeva per uno dei recenti ordini esecutivi firmati dal presidente.
Trump ha infatti ribadito la sua intenzione di ridurre drasticamente la presenza di immigrati illegali nel Paese, adottando misure severe per espellere milioni di persone. Nel video, Gomez ha espresso la sua profonda angoscia per le conseguenze di tali provvedimenti, dicendo tra le lacrime:
Mi dispiace tanto. Tutta la mia gente viene attaccata. I bambini, non capisco. Vorrei poter fare qualcosa.
Tuttavia, poco dopo, la cantante ha deciso di eliminare il video e ha aggiunto un messaggio in cui scriveva:
A quanto pare non è giusto mostrare empatia per le persone
Intanto, l’ex direttore dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE), Tom Homan, recentemente nominato “zar delle frontiere” dall’amministrazione Trump, ha difeso con fermezza le politiche del presidente sull’immigrazione illegale. Homan ha spiegato come l’esercito sia stato schierato per rafforzare la sicurezza al confine con il Messico e ha dichiarato:
Se sei nel Paese illegalmente, sei a rischio. Non è accettabile violare le leggi di questo Paese. Ogni volta che entri illegalmente negli Stati Uniti, stai commettendo un crimine secondo il Titolo 8 del Codice degli Stati Uniti, sezione 1325