Un po’ di chiarezza sul finale di Lost
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Sono passati oltre 14 anni da quando nel 2010 andò in onda l’ultimo episodio di Lost, una delle serie che avrebbero segnato per sempre il futuro della televisione. Amatissima fin dall’inizio, questo show trovò diverse critiche per il finale che aveva deluso molti fan (qui la nostra spiegazione).
La forza trainante di Lost era infatti il senso di mistero che avvolgeva i personaggi, l’isola e la trama stessa. Il primo e più grande enigma della serie era il Mostro, che alla fine si è rivelato essere una colonna senziente di fumo nero. Il motivo per cui assumeva questa forma non è mai stato spiegato, ma una delle idee originali per il finale della serie avrebbe dato una risposta: un vulcano magico.
Nella versione iniziale infatti, il cuore dell’isola non sarebbe stata una grotta luminosa, ma un vulcano dormiente da tempo. In questo contesto, l’esistenza di un potente antagonista capace di trasformarsi in una colonna di fumo nero sarebbe risultata più coerente. Tuttavia, con l’abbandono di questa idea, il motivo dell’apparizione del Mostro è rimasto un mistero.
Mentre Damon Lindelof e J.J. Abrams si concentravano sull’episodio pilota, un gruppo di sceneggiatori stava elaborando idee per i successivi sei episodi di Lost. Nonostante l’approccio abbozzato della produzione iniziale, elementi presenti nel finale erano già delineati nelle prime bozze.
Le note degli sceneggiatori e la “bibbia della serie” contenevano concetti poi sviluppati nelle ultime stagioni. Ad esempio, una conversazione tra Walt e John Locke, che inizialmente sembrava un semplice dialogo narrativo, in realtà introduceva il conflitto centrale di Lost.
Sin dall’inizio erano stati previsti elementi come l’Iniziativa DHARMA e l’isola che si muove nello spazio e nel tempo. Tuttavia, alcune idee riportate nella bibbia della serie sono state successivamente scartate, tra cui:
- Un’elezione tra i naufraghi;
- Hurley che cade in una fossa e non riesce più a uscirne;
- I naufraghi che si dividono in fazioni e vanno in guerra;
- Un’eclissi di 48 ore sull’isola;
- Un uragano che colpisce l’isola.
In questi documenti, il Mostro di fumo non veniva realmente spiegato. L’idea che fosse un “sistema di sicurezza” era presente, ma era più legata a un esperimento scientifico fallito o a una tecnologia avanzata piuttosto che a un elemento soprannaturale. Per rispondere alle preoccupazioni della rete sull’eccesso di fantasia, gli autori presero ispirazione dall’approccio di Michael Crichton, autore di Jurassic Park. Proprio come il concetto di clonare dinosauri negli anni ‘90 sembrava magico, ma fu reso credibile con spiegazioni pseudoscientifiche, anche il Mostro avrebbe dovuto avere una spiegazione plausibile per risultare accettabile al pubblico.
Lindelof avrebbe voluto che Lost durasse solo tre stagioni, ma ci furono discussioni su un possibile finale in cui i naufraghi combattevano contro il Mostro di fumo. Queste discussioni portarono probabilmente all’idea del vulcano sull’isola, che avrebbe rappresentato il terribile potere del Mostro con fumo denso e nero. Nelle stagioni successive ci sono sottili riferimenti ai vulcani, pensati per prefigurare questo finale.
In un’intervista del 2017 con Entertainment Weekly, Carlton Cuse e Damon Lindelof hanno spiegato più nel dettaglio l’idea del vulcano. L’episodio che raccontava il conflitto tra Jacob e l’Uomo in Nero sarebbe dovuto iniziare proprio lì. La trasformazione del Mostro di fumo sarebbe stata collegata alle proprietà magiche di questo vulcano. Dopo essere rimasto inattivo per secoli, la versione di Lost del “Monte Fato” avrebbe ripreso vita per ospitare la battaglia finale tra Jack Shephard e l’impostore John Locke.
Tuttavia, la ABC non approvò l’idea, ritenendola troppo costosa.
Ci dissero: ‘Vi amiamo e vi lasciamo concludere la serie, ma non possiamo permetterci di mandare in bancarotta la rete nel frattempo’ – ha raccontato Lindelof a Entertainment Weekly.
L’idea che l’isola fosse un luogo di battaglia metafisica tra il bene e il male era presente fin dall’inizio. Anche se alcuni spettatori l’hanno interpretata come un’aggiunta tardiva, personaggi come Adamo ed Eva erano probabilmente già collegati alle figure mitologiche introdotte nella storia. Quando il vulcano fu eliminato, il “Cuore dell’Isola” divenne la grotta luminosa vista nella serie. Il resto della trama si sviluppò come previsto, ma la forma del Mostro di fumo apparve più casuale e meno legata al contesto.
L’inclusione del vulcano avrebbe reso il Mostro meno astratto, ma i produttori decisero che fosse meglio mantenere questo elemento più metaforico. Lindelof ha spiegato che, per quanto visivamente spettacolare, un finale con il vulcano avrebbe rischiato di sembrare ridicolo, paragonandolo alla battaglia su Mustafar tra Anakin e Obi-Wan in Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith.
Con il progredire della serie, gli autori abbandonarono l’idea che tutti gli elementi fantastici dovessero avere una spiegazione concreta. Collegare il Mostro di fumo al vulcano sarebbe stato più vicino allo spirito della “Crichton Island” immaginata nelle prime bozze, ma avrebbe rischiato di renderlo meno efficace dal punto di vista narrativo.
È implicito che la precedente protettrice dell’isola, Madre, possedesse un potere distruttivo simile. Tuttavia, a differenza dell’Uomo in Nero, non viene mai mostrata mentre si trasforma in fumo. Madre rappresentava una figura ambigua, capace di manipolare Jacob e suo fratello attraverso bugie e paura. Jacob incarnava il “lato luminoso” della speranza, mentre l’Uomo in Nero rappresentava un “lato oscuro” cinico e pieno di odio. La sua trasformazione nel Mostro di fumo era un riflesso della sua anima tormentata.
In Across the Sea, il corpo fisico dell’Uomo in Nero muore e viene sepolto accanto a quello della Madre. Quando entra nel Cuore dell’Isola, ciò che emerge è una manifestazione della sua rabbia, oscurità e odio. Questo spiegherebbe anche perché il Mostro di fumo potesse “infettare” le persone, trasformandole contro amici e cari.
L’Uomo in Nero, privo di valore per la vita, diventò un essere senza forma fatto di fumo, ma capace di assumere sembianze umane, come quelle del padre di Jack, Christian Shephard, o di John Locke. Non avendo mai lasciato l’isola, la sua conoscenza del mondo esterno si limitava ai ricordi “scansionati” dalle sue vittime. Forse, se fosse stato più consapevole del mondo, avrebbe assunto una forma diversa.
Il suo aspetto di fumo minaccioso rispecchia la sua mancanza di immaginazione e le sue esperienze limitate. Come per altri personaggi con poteri speciali in Lost, c’è un elemento di autodeterminazione nella loro manifestazione. Desmond, ad esempio, si pentiva del tempo perso lontano da Penny e riuscì a inviare la sua coscienza a momenti del passato e, nella sesta stagione, a una realtà post-mortem.
La rabbia e l’oscurità dell’Uomo in Nero si fusero con il suo desiderio di lasciare l’isola, trasformandolo in una tempesta di odio e violenza. Anche se un vulcano sarebbe stato visivamente spettacolare, la scelta degli autori di concentrarsi sul lato metaforico e filosofico del personaggio ha reso il Mostro di fumo una rappresentazione più potente di chi fosse davvero.
Che ne penste? Avete apprezzato il finale di Lost?