Carlo Verdone, celebre regista, attore e icona del cinema italiano, si è espresso con grande rammarico sul destino di nove cinema romani recentemente acquisiti da un fondo olandese e destinate a diventare ristoranti. La sua passione per la cultura e per il ruolo aggregativo delle sale cinematografiche emerge con forza nelle sue parole, che denunciano il degrado di spazi una volta simbolo della vita culturale di Roma.
È una grande tristezza, Roma sta diventando una città sempre più culinaria-turistica – ha dichiarato Verdone. Che dispiacere passare davanti al Cinema Roma e vedere che c’è un vetro rotto o una scritta in più. È veramente una latrina. Sono posti importanti di condivisione e di aggregazione, perché lasciarli così?
La sua speranza è che “la frequenza del pubblico continui ad aumentare nelle sale, solo così gli esercenti possono mantenere in piedi i cinema“, aggiungendo che “dobbiamo far proiettare dei bei film, dall’America, dall’Italia o dall’Europa”.
L’acquisizione dei nove cinema romani, tra cui l’Adriano a Prati – l’unico ancora attivo – ha suscitato diverse reazioni e un certo allarme per il futuro di questi spazi. Gli altri cinema, come il Reale, l’Empire e l’Excelsior, sono chiusi da tempo, e la loro destinazione è incerta. Sebbene l’acquisto possa rappresentare un’opportunità per rilanciare le sale inattive, i dubbi non mancano. Italia Nostra Roma, in un appello al Corriere della Sera, ha espresso preoccupazione per “questo cambiamento radicale del tessuto culturale cittadino” e ha ribadito la necessità di vincoli architettonici su alcuni edifici storici.
Anche la politica ha reagito alle parole di Verdone. Antonella Melito e Lorenzo Marinone, consiglieri capitolini del Partito Democratico, hanno espresso “profonda gratitudine a Carlo Verdone per il suo appello accorato e il suo timore rispetto al destino dei nove cinema romani acquisiti all’asta da un fondo olandese”. Hanno sottolineato come “le sue parole riflettano il sentimento di molti romani, per i quali le sale cinematografiche rappresentano luoghi di comunità e identità culturale, che non possono essere abbandonati all’incuria o al degrado”.
I consiglieri hanno inoltre evidenziato i rischi legati alla recente normativa regionale del Lazio, che potrebbe agevolare la riconversione delle sale chiuse in supermercati, fast food o centri commerciali.
Non possiamo accettare che Roma perda pezzi della sua storia culturale. I cinema non sono semplici edifici, ma luoghi di aggregazione e memoria collettiva. Siamo convinti che sia necessaria una mobilitazione di tutto il mondo del cinema per affrontare le difficoltà che il settore sta vivendo, e gli attori, con la loro voce e il loro impegno, possono rappresentare una spinta determinante per le istituzioni affinché si adottino misure concrete a tutela delle sale e della cultura cinematografica
L’amministrazione capitolina ha concluso rinnovando il proprio impegno per salvaguardare la funzione culturale di queste sale, annunciando di aver richiesto un incontro con il fondo olandese per garantire la continuità della destinazione d’uso e proteggere il patrimonio culturale della città. Come ha detto Verdone, “sono posti importanti di condivisione e di aggregazione, perché lasciarli così?”.