Come Marinelli ha dominato Mussolini per M. [ANALISI]

Luca Marinelli ha portato in scena un Benito Mussolini semplicemente strepitoso in ogni aspetto. Ecco la nostra analisi

m. il figlio del secolo, luca marinelli
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Un grande Luca Marinelli per una grande interpretazione!

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A cura di Serena Cramerotti

“Seguitemi e anche voi mi amerete, anche voi diventerete fascisti”. Comincia così M. Il Figlio del Secolo, una delle serie più discusse dell’anno, un prodotto che non solo divide e scuote gli animi ma turba, infastidisce, provoca. Il Mussolini di Luca Marinelli sfonda la quarta parete fissando il pubblico dritto negli occhi, attraversandolo da parte a parte, penetrandolo con uno sguardo glaciale e beffardo, costringendolo ad entrare nell’oscurità della sua psiche e rendendolo inconsapevolmente complice del suo scellerato gioco di potere che via via prende forma, una forma sempre più criminale e nefanda.

Un ritratto del duce come non lo abbiamo mai visto, che non è più solo un personaggio da criticare o esaltare ma un vero e proprio narratore che prova ad empatizzare con gli spettatori generando sensazioni contrastanti di inclusione e disagio tra carisma e perversione. Un viaggio che, almeno nelle prime due puntate, lascia storditi e inermi. Perché forse è proprio questo che vuole fare, sbatterci in faccia la seduzione, l’inganno, la manipolazione e l’orrore di quello che è stato il fascismo senza dare la possibilità di poterci girare dall’altra parte.

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Figlia del premiato romanzo M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati, la serie prende le distanze dal semplice dramma storico districandosi tra postmodernismo e metanarrazione, ammiccando al grottesco e trasformando il tutto in una critica tagliente e sardonica all’uomo che, come lui stesso si definisce più volte, è come le bestie e sente il tempo che viene. E questo ahimè sarà proprio il suo. Marinelli ci regala un’interpretazione splendida e inquietante, ci cattura, ci fa sorridere, ci fa inorridire.

Insieme a lui scaviamo nelle radici di un regime che peserà per sempre sulle nostre spalle, un regime inizialmente travestito da balsamo per il malcontento popolare e che riesce così ad ingannare e manipolare fino a raggiungere un culmine di violenza e censura, fino a lordarsi le mani di sangue e abomini.

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Il Mussolini che ci viene offerto da Marinelli è un uomo capace di affascinare e soggiogare e che tratta le sue donne come tratta l’Italia: violentandole, ammaliandole, imponendo la sua forza, amandole egoisticamente e mortificandole. Joe Wright enfatizza i toni e le interpretazioni degli attori e trasforma tutto in commedia, un azzardo riuscito, un modo per potenziare la critica al fascismo, un sistema audace che parafrasando lo stesso Scurati renderà la serie “potente e “magnifica”.

Che ne pensate? Avete apprezzato la performance di Luca Marinelli?