Ciò non di meno, lo specchio del mondo in cui si muovono viene presentato come ruvido e opaco: non c’è salvezza, non c’è bontà né compassione. Solo violenza, cattive intenzioni, ipocrisia e illegalità. Ai poliziotti della celere quindi, ultimo baluardo della linea blu tra civiltà e anarchia, che altro resta se non reagire pensando con la propria testa?
La domanda non trova risposta univoca, e va bene così perché nella realtà una risposta certo non c’è. Una realtà che è oggi poi infinitamente complessa, e che nella serie viene esplorata non tralasciando temi delicati o scabrosi come il razzismo, la violenza domestica, lo stupro, l’omertà.
In questo mondo spietato i protagonisti non trovano forse la loro redenzione, ma perlomeno la cercano. E viene reso chiaro come loro non siano i “buoni”, ma non possano nemmeno essere semplicemente i “cattivi”. Lo stesso vale per i manifestanti con cui si scontrano, i cosiddetti “antagonisti”: tutti sono parte del caos.
In definitiva quel che ne esce è un buon dramma crime italiano dai tratti oscuri e intensi, nel quale si coglie l’influenza del noir nostrano di Claudio Caligari – pensiamo a L’Odore della Notte – con un cast che raggiunge il suo meglio nelle performance di Marco Giallini e Adriano Giannini. Una nota particolarmente positiva per i giovani interpreti adolescenti, davvero talentuosi.