Meta, Mark Zuckerberg chiude il programma di fact-checking: “Torniamo alla libertà di espressione”

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Zuckerberg sembra voler allineare Meta a X e all’impostazione social seguita da Elon Musk e Donald Trump

Non ha funzionato come previsto il programma di fact-checkers indipendenti che, su Meta, avrebbero dovuto arginare la disinformazione e le fake news. Zuckerberg ammette che la situazione è più complicata di così: “L’intenzione del programma era di far sì che questi esperti indipendenti fornissero alle persone maggiori informazioni sulle cose che vedono online, in particolare le bufale virali, in modo che potessero giudicare da soli cosa vedevano e leggevano”. 

“Non è così che sono andate le cose, soprattutto negli Stati Uniti. Gli esperti, come tutti gli altri, hanno i loro pregiudizi e le loro prospettive“. Si è deciso, quindi, di adottare su Meta l’approccio delle community notes come si fa su X: “Abbiamo visto questo approccio funzionare su X, dove danno potere alla loro community di decidere quando i post sono potenzialmente fuorvianti e necessitano di più contesto, e le persone con una vasta gamma di prospettive decidono che tipo di contesto è utile che altri utenti vedano”.

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“Semplificheremo le nostre politiche sui contenuti e rimuoveremo le restrizioni su argomenti come l’immigrazione e il genere, che non sono in linea con il discorso pubblico dominante”, spiega Zuck, muovendosi anche verso l’implementazioni di regole meno stringenti per la censura, che come avrete notato su piattaforme come Facebook viene applicata spesso in casi non necessari e sarà indirizzata strettamente verso contenuti illegali. I cambiamenti saranno introdotti nel corso dei prossimi due mesi.

Elon Musk ha accolto bene la notizia, commentando su X “questo è figo”, mentre Linda Yaccarino, CEO di X, ha detto: “Il fact-checking e la moderazione non appartengono alle mani di pochi e selezionati custodi, che possono facilmente inserire i loro pregiudizi nelle decisioni. È un processo democratico che deve essere nelle mani di molti“. Insomma, un brusco cambio di rotta per le politiche del gruppo social più grande del mondo, Meta.

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Fonte: Corriere della Sera

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