Il secondo capitolo del progetto Remake di Final Fantasy VII merita un posto in questa lista soltanto per l’epocale importanza che il videogioco riveste per i fan della saga. Non tutti hanno apprezzato la direzione che Final Fantsy VII Remake ha imboccato con la sua narrativa ma è innegabile che Final Fantasy VII: Rebirth sia uno dei migliori titoli della longeva saga targata Square Enix.
Le avventure di Cloud e del suo gruppo riprendono nella cittadina di Kalm e aprono davanti a noi un gigantesco open-world esplorabile con mille attività , minigiochi e quest secondarie da portare a termine che ci offriranno una finestra sulla vita e sul passato dei nostri protagonisti.
Anche questa è una direzione che può far storcere il naso ad una fetta consistente dei fan ma noi ne abbiamo apprezzato il coraggio e possiamo affermare che le zone open world di Final Fantasy VII Rebirth aggiungono un elemento di profondità alla storia, eseguito in una maniera che non appesantisce il gameplay. Non siamo obbligati ad interagire con le attività secondarie e se le saltiamo tutte siamo comunque in presenza di un ottimo titolo, tuttavia a nostro parere vale la pena esplorare oltre i limiti della trama principale.
È sempre surreale imbattersi in luoghi e momenti che abbiamo già vissuto ai tempi del titolo originale ma in Final Fantasy: Rebirth, ciò che avevamo immaginato nelle nostre teste ormai quasi trent’anni fa, prende vita sullo schermo in una riproduzione fedelissima di aree iconiche come Cosmo Canyon e il Tempio degli Antichi. Lo stesso non si può dire però della storia, che è evidentemente influenzata dalla penna di Nomura, noto per aver supervisionato la contorta narrativa di Kingdom Hearts.
Final Fantasy VII: Rebirth è una lettera d’amore alla saga che, sebbene si prenda alcune libertà di troppo, è evidente sia stato sviluppato da fan del videogioco del 1997.
2) Black Myth: Wukong
A cura di Francesco Buffa
Il titolo che ha catalizzato le attenzioni di tutta l’industria videoludica quest’estate e ha infranto ogni record ha ceduto soltanto davanti ad Astrobot, che ha vinto meritatamente il titolo di Game of the Year.
L’esordio di Game Science non poteva essere dei migliori, con un action game che mescola elementi soulslike e un combattimento simile a quello di God of War. Non ci sono parole per descrivere l’immenso hype che ha circondato l’uscita di questo gioco, ma forse possiamo farlo citando alcuni numeri significativi. Ad oggi, Black Myth: Wukong ha venduto ben 20 milioni di copie, con un picco di giocatori di quasi 2 milioni e mezzo, un ritratto perfetto del successo di questo titolo.
Game Science non solo ha creato un action game estremamente competente, ma ha anche aperto le porte a una cultura ancora inesplorata nel mondo del gaming, presentando la sua versione di Journey to the West con un videogioco d’azione che verrà ricordato per anni e che ha il potenziale di dare inizio ad una saga molto longeva. Non vediamo l’ora di scoprire quali saranno i prossimi progetti dello studio cinese, che si è guadagnato di diritto un posto fra i grandi dell’industria.
Astro Bot
A cura di Matteo Furina
Senza dubbio, l’esperienza di gioco più divertente dell’anno è Astro Bot. Il Team Asobi mette la tenerissima robotica mascotte di PlayStation, con cui i giocatori potevano giocare in precedenza in Astro Bot Rescue Mission (2018) e Astro’s Playroom (2020), in un gioco completo. Sfruttando tutto ciò che il controller PS5 ha da offrire in termini di movimento, destrezza e suono, Astro Bot si assicura che nessun pulsante resti inutilizzato, mentre il giocatore porta il personaggio principale da un mondo all’altro per salvare i bot dalla sua nave precipitata in quattro diverse galassie e 90 pianeti che offrono esperienze diverse e sempre più difficili e una varietà di terreni e tipi di nemici.
Molti di questi mondi sono ispirati a videogiochi classici e titoli PlayStation iconici come Uncharted , God of War e Horizon , con un sacco di Easter egg e cenni alla storia di PlayStation sparsi nei mondi. Nello spirito di giochi come Sonic e Spyro , Astro Bot ha un puro senso di divertimento e la storia esiste solo per dare un senso di struttura al gioco.
Astro Bot è una grande vittoria per il rinnovato investimento di PlayStation nei giochi per famiglie, è un ottimo modo per consentire ai nuovi giocatori di farsi un’idea dei controller, ma è anche abbastanza impegnativo da far provare a tutti un senso di realizzazione nel completare un pianeta. Con un gameplay estremamente creativo, persino i titoli di coda offrono un’esperienza divertente e una colonna sonora orecchiabile di Kenneth CM Young, Astro Bot è una grande celebrazione dei 30 anni di storia di PlayStation. Primo posto assolutamente meritato
10 +1) Dragon Ball: Sparking Zero
A cura di Matteo Furina
Dragon Ball: Sparking! Zero riprende le orme della leggendaria serie Budokai Tenkaichi, che per anni ha rappresentato il punto di riferimento per i giochi di combattimento ispirati all’universo di Akira Toriyama. Il gioco riesce a catturare perfettamente lo spirito di Dragon Ball, offrendo ai fan un’esperienza che supera le aspettative grazie a un’attenzione straordinaria ai dettagli e un evidente amore per la serie. Il gioco presenta un roster di personaggi incredibilmente ampio, che include non solo gli eroi ei villain più iconici, ma anche personaggi più di nicchia, regalando ai giocatori la possibilità di creare scenari personalizzati e rivivere i momenti più leggendari dell’opera.
Dal punto di vista grafico, Sparking! Zero è visivamente impressionante: l’azione frenetica viene rappresentata con una fedeltà estrema allo stile anime, e i combattimenti sembrano prendere vita direttamente da un episodio della serie. Le ampie arene 3D consentono scontri spettacolari e dinamici, evocando perfettamente l’atmosfera dei combattimenti epici di Dragon Ball. Il sistema di combattimento si distingue per la sua profondità e strategia, richiedendo al giocatore abilità , tempismo e decisioni tattiche. Momenti come il caricamento dell’energia, ad esempio, introducono un componente strategico che alterna l’azione frenetica a una pausa di tensione, ricreando il ritmo autentico degli scontri della serie.
Un ulteriore punto di forza è l’esperienza immersiva che il gioco offre: il ritmo delle battaglie alterna momenti di alta intensità ad altri più strategici, bilanciando tensione e spettacolarità . Questa scelta non solo rende il gameplay equilibrato e appagante, ma dona ai giocatori una grande soddisfazione man mano che padroneggiano le sue meccaniche. Inoltre, l’interfaccia è minima e non invadente, permettendo alla presentazione visiva e all’azione di brillare in tutto il loro splendore.
Inoltre, la meccanica del What If, ovvero sia la possibilità data ai giocatori di cambiare la storia così come è stata raccontata nell’anime per creare delle linee narrative alternative, allunga a dismisura la longevità del titolo, riuscendo a non annoiare neanche i fan più accanti della serie. In definitiva, Dragon Ball Sparking! Zero è un tributo straordinario alla serie, capace di offrire un’esperienza che i fan di Dragon Ball ameranno: spettacolare, autentica e profonda.