5) The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom
A cura di Andrea Campana
La prima cosa da dire su questo gioco ovviamente sappiamo qual è: per la prima volta, dopo quasi quarant’anni del primo titolo con il suo nome, la principessa Zelda è finalmente la protagonista primaria di un videogioco. Link, il celebre eroe indomito armato di spada, è relegato a un ruolo secondario e possiamo dire che era anche ora.
E il modo in cui Zelda agisce nel gioco ne decide anche la differenza rispetto al suo comprimario maschio: la principessa ha sì delle modalità di azione “offensive”, per così dire, ma per la maggior parte del gioco agisce… duplicando gli oggetti, e persino i nemici. Questa la dinamica innovativa e interessante studiata da Nintendo.
Replicando oggetti e nemici e potendoli ricreare dal nulla, Zelda ha a disposizione innumerevoli strategie per risolvere le sue battaglie e per mettersi alla prova con i puzzle nei dungeon, cosa che rende ricco e vivace quello che altrimenti sarebbe “solo” un altro gioco simile a molti altri nella serie.
L’ambientazione infatti coinvolge sempre il regno di Hyrule e dintorni, stavolta interessati da strani e inquietanti fenomeni detti “squarci”, dall’origine misteriosa. Alla stessa Zelda va il compito di risolvere la situazione, aiutando gli abitanti del regno e ricercando le origini di questo potere oscuro.
Echoes of Wisdom è riuscito non tanto per il gameplay o la trama, quanto perché finalmente ci mostra come tranquillamente la principessa possa prendere il posto di protagonista in un titolo della saga e possa farlo anche in maniera innovativa, interessante, senza sconvolgere i canoni della serie ma anzi inspessendola.
La speranza, ora, è che il prossimo titolo Tripla A della saga vedrà sempre lei – nella versione che abbiamo visto in BOTW e TOTK, magari – come protagonista o perlomeno come comprimaria giocabile di Link, in un ambiente adulto e in 3D. Una possibilità che, dopo tutto questo tempo, la principessa si merita e deve avere.