Una stagione di stallo, che poco aggiunge rispetto gli eventi della seconda stagione. Non per questo è meno bella delle altre, anzi. Per certi aspetti lo è ancora di più. Nella frenesia da New Hollywood di The Bear, in questa stagione si preme sul freno per quanto possibile, e ci si ferma a raccontare piccoli eventi canonici e grandi eventi del passato, dando il quadro completo rispetto a chi abbiamo davanti.
Anche per quei personaggi minori, o che per meglio dire vengono percepiti come tali ma che in realtà sono quelle piccole gocce che servono a formare l’oceano culinario di The Bear. Questa terza stagione è in altre parole il racconto del filo rosso dei protagonisti, tutti, ognuno dei quali ha una fantasma che lo perseguita e che influenza ogni singolo comportamento.
Impossibile non trattenere le lacrime già nella prima, meravigliosa puntata, che di fatto andrà a indirizzare l’intera stagione. Basi meravigliose per una quarta futura stagione che avrà un sapore diverso, più intenso. E cogliamo l’occasione di un rewatch complessivo, ancor più dopo aver visto questa terza.
In tal modo, il quadro dei personaggi e della loro vita sarà completamente diverso. I rapporti umani tra tutti i personaggi iniziano ad avere contorni inediti e soprattutto percezioni differenti, anche nei singoli. L’hype per la quarta stagione aumenta di giorno in giorno e non vediamo l’ora di vedere i prossimi passi del The Bear.