L’inquietante serie Netflix ispirata ad una storia vera ha attirato le attenzioni della cronaca per le controversie sollevate da Fiona Harvey, che si è riconosciuta nel ritratto di Martha Scott e ha fatto causa a Netflix per 170 milioni di dollari.
Richard Gadd, nella sua miniserie autobiografica, ripercorre il momento più buio della sua vita quando ha dovuto fare i conti con le attenzioni della stalker. Nei sette episodi viene mostrato come gli eventi precipitino a valanga e come il protagonista perda progressivamente il controllo della situazione e di se stesso.
Si tratta di un racconto crudo, che non risparmia lo spettatore e mette in mostra in maniera straziante quanto velocemente circostanze apparentemente innoque possano scivolare fino a devastare la nostra vita.
Beby Reindeer non ha paura di affrontare argomenti delicati e molto attuali come la depressione e la violenza sessuale ma lo fa con un taglio autobiografico che garantisce credibilità . Il cast di attori inoltre svolge un lavoro eccellente nel creare la sensazione opprimente che pervade ogni minuto dei sette episodi.
Va elogiata in particolare Jessica Gunning, che, con la sua interpretazione di Martha Scott, da vita ad un personaggio che non si limita all’archetipo della ‘stalker’ ma ci presenta il ritratto di una donna profondamente turbata. La presenza scenica del personaggio di Martha è incalcolabile. Possiamo percepire la gravità di ogni sua apparizione e di ogni suo messaggio lasciato nella segreteria telefonica di Donny.