La miniserie Ripley, disponibile su Netflix e diretta da Steve Zaillian, è un adattamento del romanzo Il talento di Mr. Ripley di Patricia Highsmith, già portato al cinema nel 1999 nel film omonimo con protagonista Matt Damon. Si può dire che la serie si distingue dal film per un approccio più profondo e originale, e per il suo protagonista, interpretato da Andrew Scott, attore noto per il suo talento in Fleabag e Sherlock. Scott dà vita a un Tom Ripley complesso, ambiguo e psicologicamente sfaccettato, portando alla luce le sue contraddizioni e il suo lato oscuro e impenetrabile.
Ma l’elemento davvero distintivo della serie TV è forse la sua estetica unica. È realizzata principalmente in bianco e nero, con inquadrature meticolosamente composte e un uso straordinario della luce e delle ombre. Nonostante l’assenza di colori, le emozioni dei personaggi sono intensamente trasmesse, grazie a un lavoro fotografico che esalta i cambiamenti sottili e repentini negli stati d’animo. Il ritmo è volutamente lento, a volte immersivo, accentuando la sensazione di claustrofobia e complicità che coinvolge appieno chi guarda, senza però annoiare.
La narrazione infatti si sviluppa in modo da lasciare spazio ai lunghi silenzi e a scene crude, presentate in tempo reale, che spingono lo spettatore a vivere, con crescente disagio, le scelte morali ed emotive di Ripley. Anche la musica gioca un ruolo cruciale nell’intensificare i momenti di tensione e nelle riflessioni sui temi dell’amore, dell’amicizia, dell’identità e della prevaricazione.
Infine, il tocco non da poco del Belpaese. La serie è quasi interamente ambientata in Italia, soprattuto in Costiera Amalfitana e a Roma, rievocando la cinematografia nostrana d’altri tempi. Il cast inoltre include attori italiani di spicco come Margherita Buy e Maurizio Lombardo, che interpreta il commissario di polizia impegnato nella caccia a Ripley, aggiungendo ulteriore autenticità al contesto narrativo.
In conclusione, Ripley è una serie che si distingue per la sua intensa componente psicologica e visiva, che, sebbene più lenta e riflessiva, offre una narrazione profonda, ricca di sfumature e complessità, con un protagonista iper talentuoso che affascina e inquieta al tempo stesso.
