I 15 migliori film del 2024 [LISTA]

Ecco la personale classifica della redazione de LaScimmiaPensa dei migliori film arrivati al cinema in Italia nel 2024

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11) Longlegs, Oz Perkins

Senza titolo

A cura di Andrea Campana

Chi dice che Longlegs è Il Silenzio degli Innocenti degli anni ’20, non sbaglia. A parte l’ambientazione anni ’90 e le forti vibrazioni alla Clarice Starling che ci arrivano dall’agente dell’FBI Lee Harker (Maika Monroe, già iconica), il film colpisce con le atmosfere misteriose e i momenti inquietanti e inspiegabili, trasformando presto una indagine di polizia in un vero e proprio incubo.

Il tono è anche quello neo-noir di True Detective – la prima stagione, quella classica – allorché Lee si immerge in un mondo segreto fatto di rituali satanici e strani delitti collegati tra loro in maniera grottesca e criptica. Dietro c’è il serial-killer Longlegs, Dale Kobble (Nicolas Cage), che appare come soltanto un uomo eppure è immensamente più pericoloso perché serve… Satana.

Longlegs è più folle e sregolato del dottor Lecter, meno calcolatore e a quanto sembra nemmeno del tutto padrone di sé stesso ma pedina di un potere più grande e oscuro. Questo potere rimane tuttavia dietro le quinte, perché il film non si trasforma mai apertamente in un horror sovrannaturale e fino alla fine non possiamo essere sicuri di cosa realmente ci sia dietro ai terribili familicidi.

E la cosa che davvero mette paura è appunto non riuscire ad inquadrare la natura esatta di questa violenza, complice una narrazione erratica e disturbante – dovuta alla regia del geniale Osgood Perkins – che ci tiene sulle spine per tutto il tempo e ci fa persino temere il momento in cui tutti i pezzi cominceranno a combaciare e la verità verrà a galla.

Longlegs è il miglior horror dell’anno e uno tra i migliori del decennio perché apparentemente racconta una storia come un’altra – un altro paragone si può fare con Zodiac, visto il M.O. del killer, e non sarebbe sbagliato nemmeno richiamare la buona vecchia X-Files – ma in realtà la rende universale nel scavare dentro i nostri terrori più profondi e risalendo fino alla nostra infanzia, come succede a Lee, per ritrovarvi realtà orribili e dimenticate.

Quella di questo film non è quindi solo la storia di un serial killer satanico, né solo un noir poliziesco dai tratti lugubri e dalla morale nichilista. No, qui si parla di cinema dell’orrore in un senso più profondo, un orrore che sta in quel che non viene detto e che non viene mostrato ma che tutti noi temiamo – sappiamo? – che è lì.