I 15 migliori film del 2024 [LISTA]

Ecco la personale classifica della redazione de LaScimmiaPensa dei migliori film arrivati al cinema in Italia nel 2024

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6) Il ragazzo e l’airone, Hayao Miyazaki

il ragazzo e l'airone, recensione

A cura di Carlo Rinaldi 

Non poteva mancare l’ultima fatica di Hayao Miyazaki, pura leggenda dell’animazione mondiale. Ispirato dal romanzo E voi come vivrete? di Genzaburo Yoshino, Il ragazzo e l’airone si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale ed ha come protagonista l’adolescente Mahito, ossessionato dalla tragica morte della madre, viene trasferito da Tokyo nella serena casa rurale della sua nuova matrigna Natsuko, una donna che assomiglia in modo impressionante alla madre del ragazzo. Mentre cerca di adattarsi, questo strano nuovo mondo diventa ancora più strano dopo l’apparizione di un airone cenerino parlante, il quale comunica a Mahito che sua madre è ancora viva.

Figlio di una lavorazione lunga ben 7 anni (complice anche la pandemia), Il ragazzo e l’airone è uno dei film più complessi di Miyazaki e dell’intero Studio Ghibli. L’opera presenta molteplici collegamenti con altre opere dello Studio Ghibli (Il castello errante di Howl, Principessa Mononoke, Una tomba per le lucciole, La città incantata). Probabilmente la sua opera più complessa e simbolica, dove le riflessioni astratte e la caratterizzazione estrema dei personaggi è propedeutica alla creazione di un coming-of-age carico di epopea e dai ritmi dilatati, diviene un omaggio del compianto amico-collega Isao Takahata.

A colpire sono le svariate chiavi di lettura (date soprattutto dall’importanza che Miyazaki dà alle soglie, portali e al tema del doppio) che non offrono un senso univoco alla visione, donando quindi ad ognuno di noi una visione assolutamente personale del film. A mettere tutti d’accordo è la maestria del regia, la cura certosina del montaggio, l’amore e la cura maniacale presente nei disegni e la colonna sonora di Joe Hisaishi.

L’ennesimo grande film di uno dei più grandi artisti cinematografici degli ultimi 50 anni. Arigato, Sensei.

5) Povere Creature – Yorgos Lanthimos

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A cura di Valeria Spinelli

L’attesissimo film di Lanthimos è stato effettivamente uno dei film più chiacchierati dell’anno, ricevendo ben 7 candidature ai premi Oscar del 2024 e vincendono 4, tra cui quello di miglior attrice, miglior trucco e acconciature, migliore scenografia e migliori costumi. Insomma ad accezione del premio principale conferito ad Emma Stone si è aggiudicato tutti premi tecnici, anche se estremamente caratterizzanti per l’opera d’arte che è Povere Creature.

Il film, tratto dal celebre romanzo omonimo dello scozzese Alasdair Gray, è infatti soprattutto un audace viaggio visivo in un mondo fantastico che somiglia al nostro, ma che non può somigliare ad una vera e propria distopia.

È più come se il mondo fosse visto attraverso una lente colorata e caleidoscopica, con un’estetica incredibilmente curata e una cinematografia originale, che riflette sia l’assurdità che la bellezza del mondo creato.

La trama esplora temi di identità e libertà attraverso la storia di Bella Baxter (Emma Stone) una donna riportata in vita da un brillante scienziato (Willem Dafoe, entrambi habituè di Lanthimos) e che deve reimparare tutto da capo. Tramite gli occhi di Bella anche gli spettatori guardano il mondo come se ci fossero appena entrati, ricalcando incredibilmente i suoi sentimenti di meraviglia, sdegno, disgusto o, persino, indifferenza.

Ecco che allora il film e la storia (così come il romanzo a suo tempo) diventano un modo per rifletetere sul nostro mondo, prendendone le giuste distanze e addirittura riconsiderando alcuni suoi precetti, soprattutto quelli legati al pudore e alla censura degli istinti. Per Stone è una prova attoriale vincente e convincente, che mostra uno studio accurato anche di diversi linguaggi del corpo, riuscendo a dare vita ad un personaggio difficile e complesso.

La critica hai inoltre lodato “Povere Creature” per la sua capacità di mescolare umorismo nero e dramma, creando un equilibrio che intriga e sfida lo spettatore. La sceneggiatura è ricca di dialoghi pungenti e situazioni surreali, che mantengono alta l’attenzione e provocano riflessioni sulla condizione umana e sull’autodeterminazione personale.