Finalmente Squid Game 2 è arrivata, e ai fan diciamo: non vi deluderà. Ma ci sono molte altre cose da dire. Per chi è curioso, ecco la nostra recensione
Squid Game: nuova edizione
La seconda attesissima stagione di Squid Game è qui: sette nuovi episodi e il ritorno del beneamato Seong Gi-hun in una inedita edizione dei giochi mortali organizzati da ricconi senza scrupoli, nei quali i player sono solo delle pedine – cavalli, per meglio dire – su cui puntare e da seguire come a qualunque evento sportivo.
La serie, ideata scritta e diretta da Hwang Dong-hyuk, ancora una volta si configura come una grande metafora della società capitalista, una brutale competizione nella quale i soldi contano più di tutto ed è davvero arduo restare aggrappati a ogni briciola di morale. Sarà Gi-hun, ovviamente, a cercare di contrastare questa spietata e cinica visione del mondo.
Dentro il gioco e dietro il gioco
Ovviamente i nuovi episodi prendono la storia molto più “alla larga”, per così dire, raccontando vicende e vicissitudini di personaggi marginali e una pletora di nuovi protagonisti, approfondendo le dinamiche dietro al gioco e l’ideologia che lo sostiene ma dando anche per assunti molti meccanismi, concentrandosi più sulle azioni del nostro beniamino una volta re-inserito nella gara.
La cosa che possiamo dire è che se contenuti avvincenti e momenti memorabili non mancano – anzi, da un certo punto di vista accadono ben più cose notevoli della prima stagione – d’altra parte i fan potrebbero restare delusi da una stagione concepita come “mediana”: la terza e ultima uscirà (forse) nel 2025.
Una stagione di mezzo
Fondamentalmente, Squid Game 2 si conclude con un cliffhanger, lasciando le cose un po’ a metà e i destini dei personaggi in sospeso, pur inspessendo il finale con una nota violenta e per certi versi traumatica. Ma la sensazione conclusiva è che la partita decisiva sia ancora tutta da giocare e che questi sette episodi siano un po’ più che altro una “preparazione” per ciò che arriverà, che ci si aspetta a questo punto sarà epocale.
Detto questo, al di là di ogni hype, la narrazione è sempre perfettamente coinvolgente; la regia è intelligente e astuta, con movimenti di macchina inaspettati e piani sequenza; le scelte musicali sono sempre puntualmente sardoniche; e tutti i nuovi personaggi sono interessanti e divideranno sicuramente le tifoserie, che era il punto di forza della prima stagione.
Per finire, un commento sui nuovi giochi ai quali dovranno prendere parte i concorrenti – non vi diciamo quali – e che chiaramente saranno diversi da quelli nell’edizione a cui a preso parte Gi-hun. Il primo già sappiamo che è “Un-due-tre-stella”, e ci sta sia per re-introdurre gli spettatori al gioco per mezzo di uno scenario familiare – e violento, ovviamente – sia per capire come Gi-hun si comporterà stavolta.
Gli altri giochi sono… diversi, come dicevamo, ma sempre spietati e sempre basati sulle tradizioni coreane, poco note da noi. Ecco perché alcune regole e dinamiche potranno trovare gli spettatori spiazzati sulle prime; ma non temete: i colpi di scena e i momenti da mani nei capelli non mancano affatto. E diciamocelo: in fondo, in Squid Game, noi cerchiamo proprio questo.