Per un anno si può anche saltare l’appuntamento con Una Poltrona per Due. Ecco altri cinque film da vedere questo Natale!
Diciamoci la verità, è da un pezzo che il Natale non è più come si vede nei film: il fantomatico spirito natalizio ha smesso di albergare nei nostri cuori più o meno da quando abbiamo pagato la nostra prima bolletta del riscaldamento. Perché allora non trascorrere queste festività in compagnia di una serie di film che raccontano in maniera sincera e trasparente cosa sia davvero il Natale e non cosa dovrebbe essere? Ecco cinque pellicole perfette per sostituire in maniera “alternativa” tutti quei film mielosi che ci continuano a propinare durante le feste di Natale.
Parenti Serpenti (1992)
Chi non vorrebbe che fosse Natale tutto l’anno, o meglio, che la propria famiglia possa riunirsi ogni sera, come per il cenone della vigilia? Gli scambi amorevoli tra suocera e nuora, i commenti vagamente omofobi di quel nonno che non sa che solo uno dei suoi quattro nipoti è eterosessuale, i fragorosi rumori intestinali dello zio che scandiscono le pause tra una portata e l’altra; insomma, il cenone con i parenti è di gran lunga il momento più aspettato dell’anno.
Cosa c’è di meglio allora che ingannare l’attesa gustandosi un film come Parenti Serpenti, la diabolica trasposizione cinematografica di tutte quelle ipocrisie familiari che si vivono, purtroppo o per fortuna, una sola volta l’anno. Tra pacchi regalo esplosivi e pitoni che vengono giù dal secondo piano, Monicelli ci delizia per quasi due ore con la sua dissacrazione delle celebrazioni natalizie e dell’istituzione famigliare.
Brazil (1985)
Che Terry Gilliam sia uno degli autori più folli della nostra epoca non lo veniamo certo a scoprire oggi; non dovrebbe sorprendere dunque trovare quello che forse è il suo film più riuscito all’interno della nostra speciale rassegna di film che si sono ribellati al Natale. Come nei migliori romanzi di Orwell, Brazil ci trascina all’interno di una società oppressiva e ingannevole che nasconde le proprie nefandezze un po’ come facciamo anche noi con la parte posteriore dell’albero di Natale.
Ogni inquadratura di questa pellicola è permeata da un’inesauribile iconografia natalizia che, con la sua estetica calda e festosa, non fa che sottolineare allo spettatore la disconnessione tra ciò che il Natale dovrebbe rappresentare e ciò che invece incarna nell’epoca del consumismo sfrenato.
Tokyo Godfathers (2003)
Se siete tra coloro che pensano che Charles Dickens sia indiscutibilmente il cantore di Natale per eccellenza, allora vi conviene recuperare al più presto la terza pellicola diretta dal maestro Satoshi Kon, un viaggio allegorico alla ricerca della propria redenzione e del vero significato del Natale.
Sia chiaro, in Tokyo Godfathers non si parla di un vecchio spilorcio alle prese con un’indigestione notturna, ma di un gruppo di senzatetto composto da un alcolizzato, una ex drag queen e una ragazzina scappata di casa; la storia non è ambientata in una Londra vittoriana ricoperta da una fitta coltre di neve, ma tra le vie più malfamate dei bassifondi di Tokyo; eppure Tokyo Godfathers può essere tranquillamente considerata una delle più interessanti riletture moderne del classico A Christmas Carol. Vedere per credere.
The Apartment (1960)
Che vada attribuito a questo capolavoro assoluto di Billy Wilder il primato per la vigilia di Natale più movimentata della storia del cinema? In The Apartment succede proprio di tutto: una donna che tenta di suicidarsi, l’appartamento di uno scapolo che all’occorrenza diventa un motel destinato agli incontri extraconiugali dei suoi colleghi, un bel piatto di spaghetti che vengono scolati con una racchetta da tennis.
The Apartment è una pellicola che andrebbe vista a prescindere dal periodo dell’anno, che fuori nevichi o che splenda il sole, ma se ridere è il modo migliore per digerire quei pomeriggi appesantiti che seguono ai pranzi di Natale, allora una buona dose di commedia cinica e brillante è quella che fa per voi.
Sto pensando di finirla qui (2020)
Cosa c’è di più rasserenante di un uomo che ritorna con la sua ragazza nella casa in cui è cresciuto per presentarle i propri genitori in occasione delle festività natalizie? Forse niente, se non fosse che Sto pensando di finirla qui è in realtà un film sul disagio mentale di un vecchio bidello che nel corso di un delirio febbricitante ripercorre tutta la propria dolorosa esistenza segnata dalla solitudine (non ha mai avuto una vera compagna) e da un rapporto burrascoso con i propri genitori (tutt’altro che affettuosi).
Proprio quando è in procinto di morire, all’uomo non rimane che rifugiarsi nella propria fantasia, immaginandosi almeno una giornata di quella vita idilliaca che avrebbe sempre voluto, fatta di nevicate contemplate da dietro una finestra nel caldo del proprio amorevole focolaio domestico. Buon Natale a tutti da Charlie Kaufman!