“Io ho sposato me stessa, eppure convivo felicemente da molti anni con un compagno”: la storia di Elena Ketra, sostenitrice in Italia della sologamia
La sologamia, spiega l’artista vicentina Elena Ketra: “È nata nel ‘93 in America quando Linda Baker per i suoi 40 anni si sposò con sé stessa. Nel 2003 è arrivato il debutto pop: in Sex and the City, Carrie Bradshaw annunciò di volerlo fare. A me interessava il fenomeno sociale alla base della sologamia, una filosofia intimista, la cura di sé, il guardarsi dentro”.
“Un gesto di gentilezza verso noi stessi. Il significato di matrimonio sologamico o sologamo deriva da sologamy, una parola inglese che indica l’atto di sposare sé stessi. È ancora un neologismo e non appare in nessun vocabolario, anche se descrive un fenomeno sociale contemporaneo internazionale”.
“La Treccani non la cita, su Wikipedia la definizione non esiste, è necessario leggere la versione inglese del sito. Il mondo anglosassone ci precede su questa frontiera linguistica e molto c’è da fare in Italia per spiegare il concetto. Sono da sempre interessata a fenomeni sociali che affrontano temi femminili, dal gender gap, agli stereotipi”.
“Ho sentito la parola e ne sono rimasta affascinata, ho voluto approfondire, ho scoperto che la sologamia nel mondo è il punto di partenza per parlare di inclusione sociale e female empowerment. Se non ci si rispetta, è un attimo finire coinvolti/e in relazioni tossiche. Amandosi, si riesce anche a proteggersi, a evitare di essere manipolate“.
La Ketra, che si è sposata con sé stessa nel 2022, ha creato la piattaforma sologamy.org, tramite la quale quasi duemila persone nell’ultimo anno sono convolate a nozze da sé, il 65% delle quali donne. “È un personale che diventa collettivo. Fare pubblicamente le promesse che prevede il matrimonio sologamico diventa un’azione imprescindibile, mi ha cambiata“.
“Ha cambiato la percezione che ho di me, non mi do più per scontata. È anche un modo per fare capire che nessun diritto, mai, va dato per scontato, mantenere i diritti è un lavoro quotidiano”. Chi convola a nozze con sé stesso promette: “Di amarsi e prendersi cura di sé, di non permettere a nessuno/nessuna di farci male, di battersi sempre per le proprie idee e la propria libertà, di bastarsi e non lasciarsi soli e sole”.
Sulle critiche verso la filosofia sologamica dice: “Ci sono state critiche e polemiche, nate però da errate convinzioni: la sologamia non è contro il matrimonio classico e non è per l’isolamento, né per l’individualismo. È l’atto massimo di indipendenza e emancipazione, non esclude altre relazioni, le arricchisce. Ma evidentemente fa paura. Io ho sposato me stessa, eppure convivo felicemente da molti anni con un compagno, che condivide e appoggia questa filosofia”.