La guerra dei Rohirrim, Recensione dell’anime di LOTR

La nostra recensione de Il Signore Degli Anelli - La Guerra dei Rohirrim, audace prequel spin-off della saga firmata Tolkien riletto in chiave anime, il cui risultato non lascia molto soddisfatti. Al cinema dal primo gennaio 2025. A cura di Valerio Brandi.

Il Signore Degli Anelli - La Guerra dei Rohirrim
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Curiosità e scetticismo regnavano sovrani, all’annuncio di questo Il Signore Degli Anelli – La guerra dei Rohirrim, così come per il nuovo film che uscirà nel 2026. Un prequel che rivisita quasi completamente l’immaginario del mito tolkieniano grazie alla regia di Kenji Kamiyama, regista giapponese che ha collaborato con progetti come Akira e Ghost In The Shell, con le serie TV da lui dirette. Insomma, buone basi per un progetto ambizioso che scricchiola pericolosamente, anche a causa di una certo conservatorismo dei fan più puri di una delle saghe più affascinanti della letteratura mondiale.

Il Signore Degli Anelli – La Guerra dei Rohirrim, la Trama

Due secoli prima circa degli eventi che vedono Frodo e compagnia coinvolti nel sistemare l’annosa questione Sauron, il Re di Rohan, chiamato Helm Mandimartello, dovrà difendere il suo regno dal brutale e pericoloso attacco dei Dunlandiani, in uno scontro che segnerà le sorti della Terra di Mezzo.

Il Signore Degli Anelli – La Guerra dei Rohirrim, la Recensione

Helm Mandimartello, sconfitto e gravemente ferito durante l’assedio, è costretto a rifugiarsi con quel che rimane del suo esercito nella fortezza di Borgocorno (Trombatorrione).
Viste le sue condizioni sarà la figlia Hera ad assumere il comando, compito non facile perché oltre a un esercito numeroso dovrà anche fronteggiare un durissimo inverno, con la speranza che prima o poi arrivi un qualche aiuto esterno a salvarli da questa brutta situazione.

È l’anno 2754 della Terza Era, e Freca della tribù dei Dunlandiani si reca ad Edoras per chiedere a Helm Mandimartello la mano della principessa Hera per suo figlio Wulf. Il sovrano di Rohan (insieme alla stessa Hera) rifiuta la proposta, così tra Helm e Freca la discussione degenera: prima gli insulti, e poi una rissa al di fuori del palazzo reale, dove è Freca a perire per via del pugno forte appunto come un martello del sovrano.  

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Un omicidio involontario, lo stesso Helm non si aspettava di finirlo con un solo colpo, così anche per questo motivo invece di uccidere i restanti Dunlandiani iracondi per l’accaduto decide semplicemente di bandirli dal reame.  Con il senno di poi una scelta sciagurata, perché quattro anni dopo Wulf si è organizzato, e con l’aiuto di altre tribù bellicose riesce perfino a conquistare Edoras. 

Un vero ritorno nella Terra di Mezzo di Peter Jackson, almeno per quel che riguarda le scenografie, perché grazie anche al contributo (come produttore esecutivo) del regista premio Oscar che in La Guerra dei Rohirrim vengono riprodotti in versione animata i luoghi della Nuova Zelanda dove sono state girate le due trilogie cinematografiche così come Edoras, il fosso di Helm ed Isengard sono fortezze identiche a quelle viste nei lungometraggi.  

Un fotorealismo delle ambientazioni che inizialmente stona un po’ con i disegni degli esseri viventi ma è appunto solo un momento passeggero: passato il prologo tutto si amalgama alla perfezione, con questi personaggi umani che ricordano tanto il character design delle serie Netflix sviluppate dai Powerhouse Animation Studios, come Castlevania e Blood of Zeus. Uno stile ripreso sia per quel che riguarda il dinamismo che per la colorazione: chi ha visto quelle serie sa che sono dettati da un particolare gioco di luci ed ombre, dove alcuni personaggi possono apparire più chiari o più scuri a seconda della luminosità utilizzata nelle varie sequenze.

Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim

Basato soprattutto sulla sezione La casa di Eorl, nelle appendici de Il Signore degli Anelli, scritti di Tolkien molto brevi sulla vicenda e con pochi particolari rispetto a ciò che è successo 183 anni dopo, era quindi necessario dover inventare un po’ i dettagli non documentati di questa guerra, oltre al fatto che lo scrittore britannico non ci ha neanche mai rivelato il nome della figlia di Helm.  

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Una serie di novità in questo La Guerra dei Rohirrim che come prevedibile fanno storcere il naso; né prima né dopo l’uscita del film (infatti negli Stati Uniti non è partito benissimo), sia perché Hera più che Eowin sembra Merida di Ribelle – The Brave della Disney Pixar, ma anche perché ci sono troppe similitudini con Le due Torri (soprattutto con la sua versione cinematografica), che rendono dunque questo prequel spin-off, abbastanza prevedibile in certi momenti.  Netta risalita nelle parti dedicate a Helm Mandimartello, e vista la forte componente Anime di questa pellicola sarà difficile non vedere in lui una versione Tolkeniana di uno dei personaggi più amati di One Piece, Edward Newgate detto Barbabianca.  

La saga capolavoro di Peter Jackson non rivive soltanto nelle sue ambientazioni diventate animate ma anche nella colonna sonora e anche nel doppiaggio: la voce narrante nella versione originale è quella di Miranda Otto, interprete di Éowyn in Le Due Torri e Il Ritorno del Re, e anche se per pochi secondi abbiamo di nuovo Christopher Lee.  Il cameo di Saruman nel finale non solo non è una scelta dettata dal fan-service, perché quella scena è raccontata proprio negli scritti di Tolkien, ma è stato appunto doppiato nuovamente dal leggendario attore scomparso nel 2015, attraverso delle registrazioni d’archivio. Un bell’omaggio ad un personaggio storico.

Molto belli i titoli di coda con i disegni che ricordano quelli delle due trilogie di Peter Jackson, senza dimenticare che c’è anche un omaggio verso la fine a un altro attore indimenticato di quella saga, ossia Sua Maestà Re Théoden, Bernard Hill.  Decisamente troppo poco però per salvare La Guerra dei Rohirrim nel suo complesso. Un’idea senza dubbio audace ma purtroppo distante da una buona riuscita.

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