Di web serie iconiche per i motivi sbagliati ce ne sono a migliaia. Ma poche sono diventate un fenomeno solo per la loro bruttezza, un patrimonio culturale dell’internet grazie alla quantità industriale di meme sfornati. Nel panorama italiano, c’è un titolo che spicca subito nella mente (e che forse avremmo voluto dimenticare, solo per poi rivederlo come se fosse la prima volta): The Lady, di Lory Del Santo.
Esattamente dieci anni fa, veniva caricato su YouTube il primo episodio della saga lunga tre stagioni, in cui la qualità (si fa per dire) è rimasta costantemente bassa per tutti i 36 episodi. Una serie così brutta da sembrare uno scherzo del destino, talmente assurda che persino Lory Del Santo, in una recente intervista, ha confessato che il suo compagno dell’epoca la boicottava ridendo durante le scene che, secondo copione, sarebbero dovute essere “serie”.
Sia chiaro: The Lady nasceva con l’intento di essere una serie drammatica, ma è diventata una commedia involontaria grazie a dialoghi surreali, attori improbabili e botta e risposta che sembrano frutto di una serata in cui il copione è stato scritto bendati e con il correttore automatico impostato a caso.
Come rendere “omaggio” a un tale capolavoro involontario? Semplice: celebrando i dialoghi peggiori, che sono anche i migliori. Fare una selezione non è stato facile, perché ogni frase in questa serie è degna di un Nobel al nonsense. Ma ci abbiamo provato. Ecco il meglio del peggio.
1. “Il suo English humor non la lascia mai”
Non dobbiamo aspettare molto per la prima perla della serie. Superati dei titoli di testa che sembrano frutto di un’esperienza extracorporea a base di LSD e un software di montaggio preso in saldo, ecco che appare Lona, la nostra eroina, pronta a conquistare il mondo. Per prima cosa, però, bisogna conquistare l’abitacolo della sua auto di lusso, dove l’attende il fido autista Salvatore.
Lona si siede con quell’eleganza da catalogo di mobili di design, e il dialogo parte subito alla grande:
Lona: “Devo incontrare un amico al palazzo dei congressi. Mi porti lì, grazie.” Salvatore: “Signora, per lei farei qualsiasi cosa.” Lona: “Il suo english humor non la lascia mai.”
Fermi tutti. Un momento di silenzio per metabolizzare. Siamo di fronte a una delle battute più enigmatiche della serie, una frase che sfida ogni logica e probabilmente anche il dizionario. Che vuol dire? Salvatore è inglese? Ha raccontato una barzelletta e non ce ne siamo accorti? È tutto frutto di una gag metatestuale che ci sta sfuggendo? La risposta è “boh”. Ma qui sta il genio di The Lady: dialoghi che ti lasciano a fissare lo schermo come un bambino davanti a un quadro astratto. Forse Lory del Santo voleva fare un complimento, o forse no. Sta di fatto che questa frase ci accompagnerà per sempre.
2. “Un uomo” – Poesia moderna a cura di Chang
Chang è un personaggio imprescindibile, un pilastro di The Lady, il mito che non ci meritiamo ma di cui avevamo bisogno. Chang è il servitore personale di Lona, non parla molto, ma quando lo fa è pura poesia minimalista, tanto da regalarci dei dialoghi così essenziali da sembrare arte contemporanea.
La sua battuta più celebre arriva quando annuncia l’arrivo di un visitatore a Doris:
Chang: “Signora, c’è un uomo per lei.” Doris: “Chi?” Chang: “Un uomo.”
Fine. Una battuta asciutta, pulita, senza fronzoli. È tutto ciò che serve sapere: c’è un uomo. Chi è? Perché è lì? Che vuole? Non importa. In quel “un uomo” si cela l’intera condizione esistenziale: siamo tutti “un uomo” o “una donna” per qualcuno. È un dialogo che mette a nudo la nostra esistenza, meglio di Sartre o di un film di Antonioni. Insomma, Chang non si spreca in parole inutili. Lui va dritto al punto, anche quando il punto è un vuoto cosmico.
3. “Compiace ai miei istinti animaleschi”
Poi c’è Roberto, il fidanzato di Doris, un personaggio che riesce a essere l’antitesi di ogni eroe romantico: rude, spiccio e con un repertorio di battute che sembrano prese in prestito da un vecchio bar sport. Ma attenzione, perché anche Roberto ha un lato da poeta. Sì, un poeta della sagra della porchetta, ma pur sempre poeta.
Il momento d’oro di Roberto arriva quando incontra Angelo, un altro personaggio la cui utilità nella trama è pari a zero. Dopo aver raccontato di essere stato da Doris, il dialogo che segue ci regala una perla immortale:
Angelo: “Doris, ti sei fatto una bonazza.” Roberto: “Sì. Compiace ai miei istinti animaleschi.”
Chiudete tutto. Questa frase andrebbe incisa su una targa e appesa all’ingresso di ogni palestra di quartiere. È una combinazione perfetta di poesia e barbarie, trash e lirismo. Immagina Leopardi e un lottatore di MMA che si incontrano e scrivono una battuta insieme. Questo è il risultato. È un’espressione così terribile che diventa quasi geniale, e Roberto, inconsapevolmente, si guadagna un posto d’onore nell’olimpo dei dialoghi trash.