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A cura di Emilia Mattia De Luca
Ecco la nostra recensione della quarta e conclusiva stagione de L'Amica Geniale, amata serie TV di HBO
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A cura di Emilia Mattia De Luca
Si è conclusa la quarta stagione de L’amica Geniale, serie tratta dalla tetralogia di Elena Ferrante, il cui primo libro è stato dichiarato dal New York Times il miglior romanzo di questo secolo.
Dopo il successo delle prime tre stagioni, dove a dare i volti alle protagoniste Lila e Lenù sono state Gaia Girace e Margherita Mazzucco, arriva la quarta e ultima iterazione, tratta da Storia della bambina perduta. In questo ultimo capitolo, le due attrici vengono sostituite, necessariamente, per raccontare l’età adulta delle due amiche, da Irene Maiorino e Alba Rohrwacher. Ecco dunque la nostra recensione.
La quarta stagione de L’amica geniale si apre alla fine degli anni ’70, dove Elena e Lila si ritrovano ormai adulte ad affrontare due vite differenti ma pur sempre legate. Elena dopo essersi lasciata alle spalle il matrimonio con Pietro, vive a pieno la sua relazione con Nino Sarratore, l’uomo che ha sempre amato.
Dopo varie peripezie, dopo che Lenù sembrava essersi definitivamente allontanata dalla stretta realtà del rione campano, ecco che ritorna, con le due figlie Dede ed Elsa, nel luogo dove è cresciuta. Lì si rincongiunge con Lila e nonostante la lunga lontananza il loro legame sembra essere quello di sempre. Insieme percorreranno nuovi scenari con sfondo l’Italia degli anni 80.
Nonostante l’importante cambiamento nel cast dovuta all’età cresciuta dei personaggi, sicuramente difficile da accettare per i fan affezionati alle vecchie interpreti, i nuovi volti della serie reggono benissimo il confronto. A partire da Alba Rohrwacher, voce narrante sin dalla prima stagione, che si dimostra un’ attrice magistrale e perfettamente all’altezza nei panni della nuova Lenù. La sua interpretazione è autentica e convincente, malgrado qualche piccola pecca come il dialetto troppo composto.
Una grande rivelazione è stata invece Irene Maiorino, che nei panni di Lila Cerullo offre una performance perfetta, rivelando con grande capacità tutta la complessità del personaggio, una donna che ha avuto sempre contro tutti, un padre che non le ha permesso di studiare, che è stata circondata sempre da uomini violenti, che hanno voluto sovrastarla, ma che nonostante ciò è riuscita ad emergere.
Ottima anche l’interpretazione di Fabrizio Gifuni nei panni di Nino Sarratore che incarna in modo ineccepibile la figura del traditore seriale, del narcisista patologico, che ammalia, seduce, ma allo stesso tempo distrugge i legami con la sua tossicità. Tuttavia, nonostante la sua indiscussa bravura, l’attore risulta essere troppo anziano rispetto al personaggio ideato dalla Ferrante.
In questa nuova stagione riprendiamo la vita adulta delle due protagoniste, che hanno da sempre lottato per uscire dal rione natale, dove si concentra un complesso di violenza, ignoranza, di visione retrograda della donna. Lenù sembra esserci riuscita, affermandosi come scrittrice e facendosi una vita altrove, Lila invece pur restando “prigioniera” nel rione riesce comunque ad emanciparsi e a spiccare per le sue grandi doti. Tuttavia alla fine la vita delle due amiche tornerà a fare i conti con quel quartiere di Napoli che così faticosamente hanno cercato di lasciare.
In questa quarta stagione de L’amica Geniale si respira anche l’atmosfera politica del periodo, da Aldo Moro, alle proteste universitarie, alla lotta del femminismo. Dettagli che però sono molto più presenti nel romanzo. La regia infatti, per questa stagione nelle mani di Laura Bispuri, si è concentrata maggiormente sui legami dei personaggi, abbondando con i primi piani e lenti movimenti di macchina e lasciando dunque tutta la connotazione politica dei romanzi della Ferrante a fare solamente da sfondo.
Altro punto di forza notevole di questa quarta stagione de L’amica Geniale è sicuramente la colonna sonora di Max Ritcher che con la sua solita maestria accompagna la narrazione in un crescendo di emozioni. Tutte le musiche infatti colpiscono lo spettatore dando maggiore intensità alle scene ed evidenziando l’emozione del personaggio.
Un lavoro diegetico assolutamente notevole che alza notevolmente la qualità dell’opera così come lo fa la fotografia che attraverso un ricercato lavoro sulle luci naturali riesce a ricreare perfettamente l’atmosfera tipica che si dovrebbe respirare in un rione di quegli anni.
La quarta stagione de L’Amica geniale per quanto sia un ottimo prodotto ha comunque delle pecche. Come già accennato in precedenza, l’età degli attori spesso è troppo elevata per i personaggi intepretati e in più la scelta di far recitare in napoletano interpreti che non provengono da altre regioni non è sempre vincente.
La narrazione è inoltre a volte troppo veloce, specie sul finale dove assistiamo ad una serie enorme avvenimenti che vengono concentrati tutti in un tempo veramente ridotto. Negli ultimi due episodi infatti, si nota un decisa fretta per arrivare al punto cruciale della storia, cosa che penalizza tutti quegli eventi di passaggio che vengono ridotti a una linea di sceneggiatura della voce narrante. o poco di più.
In conclusione L’amica geniale- Storia della bambina perduta chiude perfettamente il cerchio della storia di Lenù e Lila, lasciando allo spettatore la sensazione di aver vissuto a pieno la complessa vita delle due amiche e di averle accompagnate mano nella mano per le strade di Napoli.
Che ne pensate? Avete apprezzato il finale de L’Amica Geniale?