Sharon Stone: “Sam Raimi non mi ha nai ringraziata”

Ospite del Torino Film Fetival, Sharon Stone ha parlato del suo rapporto con Sam Raimi e con Martin Scorsese

sharon stone
Condividi l'articolo

Parla Sharon Stone

Seguiteci sempre su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp

Sharon Stone è stata di recente ospite al Torino Film Festival per presentare la versioen restaruata del film del 1995 Pronti a Morire e non si è trattenuta nel condividere i suoi sentimenti nei confronti del regista, Sam Raimi. L’attrice ha prodotto il film tra il 1993 e il 1994, più o meno nello stesso periodo in cui ha recitato nel film di Martin Scorsese Casinò, per il quale ha ricevuto la sua unica nomination all’Oscar. Nel confrontare i due registi, la Stone ha condiviso che le differenze non potrebbero essere più nette.

Nel caso di Sam Raimi, mi sono davvero piaciuti i suoi film – dice Sharon Stone. Pensavo che fosse molto intelligente e molto divertente, diverso da Marty che è italiano e ha riconoscenza, ha quel senso della famiglia, e grazie a questo io e Marty abbiamo ancora un rapporto e lavoriamo ancora insieme.

Sam era un ragazzo quando abbiamo fatto il film, senza riconoscenza nè quel senso di famiglia famiglia, non mi ha mai più parlato, non mi ha ringraziata, non mi ha più assunta, non ha riconosciuto il nostro rapporto. Con Marty, invece, siccome ho lavorato così duramente e lo ha ammirato tanto, il nostro rapporto continua ancora oggi

Durante la discussione al panel, Sharon Stone ha sottolineato che Pronti a morire ha contribuito a far decollare la carriera di Sam Raimi, così come quelle di altri attori che lei ha avuto un ruolo importante nel selezionare.

LEGGI ANCHE:  I fratelli Coen e il cinema postmoderno

Ho avuto il mio grande direttore della fotografia italiano Dante Spinotti e sono stata molto fortunata a produrre questo film e ad avere l’opportunità di scegliere il cast. Il regista Sam Raimi, che ho avuto l’opportunità di portare dai film di serie B ai film di serie A, e poi ha diretto Spider-Man è diventato un grandissimo regista di film di serie A. Ho portato Russell Crowe dall’Australia. Ho avuto l’opportunità di scegliere Leo DiCaprio e di dargli un ruolo da protagonista importante e mi è piaciuto molto fare la produttrice.

Nonostante la speranza che produrre potesse portarla ad altre opportunità dietro la macchina da presa, Sharon Stone ha deciso che questi tentativi erano una battaglia controcorrente che non valeva la pena combattere.

Dopo aver prodotto Pronti a morire, sono andata in studio, ho chiesto 14 milioni di dollari, avevo una sceneggiatura, avevo la musica, avevo tutto. L’ho presentato ovunque. Mi è stato detto che era il miglior pitch che avessero mai sentito, ma alla fine, essendo una donna, nel mio periodo negli anni ’90 e nei primi anni 2000, ho trovato una resistenza così grande che non sono riuscita a tornare a dirigere, ed è stato un peccato.

Ma sento che la mia intelligenza è stata sprecata cercando di convincere capi di studio meno intelligenti a permettermi di dirigere. Mi hanno chiesto di venire e aiutarli a scegliere i cast per i film negli studi, cosa che ho fatto perché ovviamente ero molto brava a produrre. Semplicemente sento che la resistenza alle donne che hanno potere, la resistenza a me che aveva potere, è stata enorme e la resistenza a permettere che la mia intelligenza fosse utile è stata immensa e proveniva da persone meno intelligenti

Che ne pensate?

LEGGI ANCHE:  Sharon Stone critica gli americani dopo la vittoria di Trump