Ecco come è andata la semifinale di X Factor 2024, e chi è stato eliminato. Tra una settimana la finale in diretta da Napoli!
Nella prima manche della semifinale di X Factor 2024, per ammorbare il pubblico come si deve, tutti gli artisti vengono fatti esibire con un’orchestra. Questo ovviamente detta la scelta dei brani, tutte ballad lacrimevoli e atmosferiche che vorrebbero fare scorrere fiumi di lacrime e invece riescono a malapena a non annoiare. Vogliamo sfatare questo mito che orchestra = pianti?
Ovviamente tutti cantano benissimo, tutti sono bravissimi e gli scambi di complimenti sono continui ma quello che manca, platealmente, è l’originalità . Come se i giudici, più che i concorrenti, non avessero il coraggio di provare davvero cose diverse per paura di… cosa? Che finisca come con Morgan l’anno scorso?
Quindi il risultato è una gara di talenti dalla quale emerge poco o nulla, e anche nella seconda manche di questa semifinale in più momenti sembra di stare a un saggio scolastico. Come si conclude? I Patagarri vengono spediti direttamente in finale, mentre i Punkcake vengono eliminati e Mimì e Francamente finiscono al ballottaggio; quest’ultima viene eliminata a sua volta.
Una cosa, questa canzone di Billie Holiday, che Mimì avrebbe dovuto e avrebbe saputo fare già in fase di selezione, a inizio gara o prima. Nessuno dice che l’esibizione non sia riuscita o che il pezzo non sia importante, ma davvero in semifinale non c’era nulla di più interessante da presentare?
Voto: 6.5
Les Votives – Almeno Tu Nell’Universo
Il vocalist di Les Votives si conferma capace di affrontare diversi stili con una buona performance vocale, e su Mia Martini non è facile. Detto questo, ancora una volta lo stile rock del trio è snaturato del tutto e tra questo e le esibizioni prevedibili delle prime volte difficile dire cosa calzi più o meno. Semplicemente non arrivano, non come progetto originale.
Voto: 6.5
Francamente – Per Elisa
Stesso per Francamente come per Mimì: vocalmente è eccelsa ma questo lo avevamo capito da un pezzo. Non c’era una scelta migliore per far emergere, oltre alle sue comprovate capacità canore, anche qualcosa di personalità o stile che siano solo suoi, non adattati a uno spettacolo confezionato?
Paragonato da Lauro a Gesù – che ci sta, è una cosa molto sua dei tempi d’oro – il “bambinello” Lorenzo fa esattamente quello che ha sempre fatto finora, con poche quasi-eccezioni, cantando Caruso di Lucio Dalla e sprofondando ahimè nella più profonda e infinita banalità – chissà quante volte questa canzone è già stata fatta e rifatta ad X Factor. Diciamo che chi non è stato suo fan finora, difficilmente lo diventerà ora.