Joe Dante ha realizzato tanti capolavori nella sua lunga e onorata carriera, ma spesso di si dimentica del segmento affidato a lui nel film di Ai Confini della Realtà… e di questo malefico e spaventoso coniglio!
1983: il film di The Twilight Zone – Ai Confini della Realtà è affidato a quattro registi diversi, ciascuno dei quali si occupa di dirigere un segmento diverso del film. Sono Joe Dante, Steven Spielberg, John Landis e George Miller. Si tratta di rendere omaggio alla storica serie surreale di Rod Serling, aggiornandola agli anni ’80 e non senza motivi horror.
Alcune delle storie sono originali, ma quello diretto da Joe Dante per il suo segmento, il terzo del film, è un remake dell’episodio del 1961 dal titolo It’s a Good Life. E contiene una delle sequenze più traumatiche e spaventose non solo di questo film, ma dell’horror anni ’80 in toto – genere al quale del resto Dante ha portato diversi altri contributi importanti.
Cosa succede in questo segmento de Ai Confini della Realtà? La trama riguarda un bambino, Anthony, in possesso di poteri sovrannaturali che utilizza per costringere le persone a farlo contento, pena spaventarli a morte o anche peggio. Un esempio è la scena in questione, che arriva quando Anthony costringe i suoi parenti – che in realtà non sono i suoi parenti – a festeggiare per l’ennesima volta il suo compleanno.
Lo zio Walt viene invitato a fare il classico trucco del coniglio estratto dal cilindro. La prima volta ne estrae un coniglio normale, ma la seconda… bé, quello che vedete qui sopra. Potete immaginarvi la reazione dei bambini che videro il coniglio al cinema allora. La creatura venne realizzata dal mago degli effetti speciali Rob Bottin e come vedete, per quanto chiaramente finta, è assolutamente convincente.
Quando il mostro compare il suo aspetto è assolutamente terrificante e così lo sono le sue movenze, dando una profonda sensazione di surrealtà e inquietudine. La creatura ha l’aria letale ma non tocca nessuno: tutti i presenti sono terrorizzati tranne Anthony, che anzi gradisce il trucco – e ne è chiaramente l’artefice. Il coniglio è stato creato da lui con i suoi poteri.
Come finisce la storia? In maniera un po’ inaspettata: la maestra protagonista, Helen, viene trascinata nella casa dal bambino e assiste alle sue torture, ma alla fine si offre di diventare una specie di tutor permanente per lui, assumendosi il compito di controllare e arginare i suoi poteri, indirizzandoli verso il bene. E sembra finire così, perché mentre se ne vanno vediamo spuntare dei fiori.