Zerocalcare rinuncia a Più libri più liberi, ecco perchè

Attraverso i social, Zerocalcare ha rivelato di aver deciso di rinunciare alla fiera Più libri più liberi

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Parla Zerocalcare

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Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, ha annunciato il ritiro della sua partecipazione alla Fiera nazionale della piccola e media editoria Più libri più liberi in programma a Roma dal 4 all’8 dicembre. In una lunga lettera pubblicata sui social, il celebre fumettista romano ha spiegato le motivazioni dietro il suo passo indietro. Al centro l’invito al filosofo Leonardo Caffo sotto processo a Milano per maltrattamenti e lesioni alla sua ex compagna, ma anche le polemiche che sono seguite e alimentate dalla difesa di Chiara Valerio, la curatrice, che si è richiamata al principio del garantismo. 

Ciao, provo a scrivere una cosa – purtroppo lunghissima – per rompere il silenzio e cercare un angoletto in quello spazio risicato tra il circolo di difesa degli amici e gli scemi della gogna social. Ho fatto passare alcuni giorni prima di prendere parola su quello che è successo attorno a più libri più libri [sic.], per tanti motivi – scrive Zerocalcare


Non mi piace parlare di cose che riguardano tutti e tutte con la fretta della mitomania, senza prima essermi confrontato con le altre persone interessate, almeno quelle più vicine a me. E non mi piace usare il mio peso mediatico per occupare spazio dentro una discussione nella quale io da maschio – che sta ancora facendo i conti coi suoi limiti ed il suo ruolo – credo di dover soprattutto ascoltare -dice ancora Zerocalcare.

E anche perché è innegabile che per tanti, me compreso, è molto più facile parlare di fascisti che di questioni di genere, perché i fascisti aprono molte meno contraddizioni tra chi ci sta vicino e pure in noi stessi. Per non lasciare non detti: mi è sembrato evidentemente inopportuno invitare ad una fiera dedicata a Giulia Cecchettin un uomo (confesso che non sapevo manco chi cazzo fosse) accusato di violenza ai danni della sua compagna


Mi è sembrato sbagliato invocare il garantismo (che pure è un tema che mi sta molto a cuore in questo tempo di barbarie) per troncare una discussione sulla violenza di genere, senza problematizzare il calvario che tante donne incontrano nel denunciare gli abusi, la difficoltà di essere credute, di vedere riconosciuta la propria verità – prosegue Zerocalcare.

Una discussione complessa che afferisce più alla cultura che alle procedure penali. Mi è sembrato un problema che nell’equazione con cui è stata narrata la vicenda da parte della fiera la figura della donna sia stata completamente rimossa, perpetrando quel meccanismo che vede gli uomini accusati di violenza continuare ad occupare lo spazio pubblico, invitati e celebrati, mentre le vittime spariscono, in nome di un garantismo che si preoccupa di tutelare e proteggere solo una delle parti

Credo che tutto, compresi i video, le comparsate televisive, letteralmente tutto almeno fino all’ultimo messaggio di scuse sia stato sbagliato; per come conosco Chiara Valerio ci credo che sia mossa da fedeltà a un principio e non da altro, ma quanto quello che facciamo si presa a così tante strumentalizzazioni, quando diventiamo utili agli articoli della Verità, quando i nostri nemici ci prendono a simbolo, è il momento di fermarci a riflettere pure se siamo in un buona fede – continua Zerocalcare.

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Ecco, fatte tutte queste premesse, io non lo so cos’è giusto fare. Non so nemmeno se esiste una cosa unica che è giusta per tutti. Ho sentito e parlato per giorni fino allo sfinimento sia con chi ha scelto di andare ugualmente, sia con chi ha scelto di rinunciare (ho letto ciò che scrivevano quelli con cui non avevo la confidenza per parlare, a qualcuno ho anche rotto il cazzo pure se non ci conoscevamo), e pure con la fiera stessa – scrive ancora Zerocalcare

Molto sono riusciti a convincermi a tratti, a darmi tantissimi spunti e prospettive a cui non avrei mai pensato, che ora trovano eco in queste righe, e pure a lasciarmi alcuni dubbi alla fine. Tra chi ha scelto di non andare c’è chi non è riuscito a mediare con il disagio profondo, la delusione, la rabbia che questi fatti gli hanno suscitato. Lo trovo degno di rispetto e di comprensione. Mi pare insindacabile, oltre che a posteriori penso che siano stati loro a imprimere una scossa necessaria allo scoppio del bubbone


Quando però mi viene chiesto “cosa cambia con quando hai annunciato il tuo ritiro dal salone del libro di torino, o da lucca comics?”, per me qualcosa cambia. Non nella tematica, o nella simpatia o antipatia per i vertici della manifestazione, ma nell’obbiettivo. Per me la rinuncia ad una fiera (che è un posto di lavoro, da cui dipendono altre persone che lavorano insieme a me, no una festa) è uno strumento di pressione per raggiungere un obbiettivo – continua Zerocalcare.

Una scommessa che a volte si vince (casapound che si ritira dal salone del libro, permettendomi di rientrare) e a volte si perde (il patrocinio di israele che rimane a Lucca comics, lasciandomi fuori) – prosegue Zerocalcare. Sono abituato a pensare la politica in termini di vertenze, e non sono riuscito a capire come si vertenzializza [sic.] il grumo di emozioni che ho provato in questi giorni


Caffo non viene in fiera, la direzione alla fine si scusa, l’invito viene annullato e le sale destinate alle associazioni che di battono contro la violenza sulle donne: e ora cosa si chiede alla controparte? Non riesco a capire cosa possiamo raggiungere, e come. Forse è pure una questione di tempistica: riconosco che molte delle “vittorie” citate prima non ci sarebbero state senza uno strappo che evidentemente era necessario

E se metto “vittorie” tra virgolette è solo perché alla fine di questi giorni quello che mi rimane è soprattutto la delusione di uno spazio collettivo che si è dimostrato privo degli strumenti per affrontare questa sfida, che non è solo quella di opporsi ad una generica e lontana “violenza sulle donne”, ma anche di riuscire a farsi esempio di quello che dovrebbe accadere quando il violento potrebbe essere uno vicino a noi, della nostra cerchia di relazioni, magari uno per cui proviamo affetto o ammirazione – prosegue Zerocalcare


E io sento questa come un’occasione persa che non si sana né dentro ne fuori dalla fiera, e di sicuro non riguarda solo questa: chiunque è capace a scrivere sui social il manuale dell’antisessista. Non so quanti, me compreso, saprebbero applicarlo messi di fronte a una situazione che li tocca da vicino. Per questo, dopo aver parlato anche con la casa editrice e aver compreso che condividevano il mio stesso disagio, ho deciso di annullare l’incontro previsto sull’editoria con la stessa Chiara Valerio – scrive ancora Zerocalcare.

(Oggettivamente impossibile da tenere: non perché penso che sia un’appestata o che con lei non si possa parlare, anche quando ritengo stia sbagliando – ma perché mi pare impossibile glissare su questo tema e parlare d’editoria come se niente fosse; e al tempo stesso mi pare grottesco pensare che un maschio tenga un incontro in cui spiega a una donna come avrebbe dovuto comportarsi in termini di femminismo)


Bao dal canto suo cancellerà tutti i panel della casa editrice in segno di discontinuità, mentre rimarrà attivo lo stand e i firmacopie degli autori – me compreso. Do per scontato che per qualcuno non sarà abbastanza radicale, mi piacerebbe dire che è stato fatto per rispetto dei lettori, ma la verità è che nel mio caso nonostante le emozioni contrastanti e i dubbi infiniti, non sono riuscito a mettere a fuoco chiaramente una scommessa su cui puntare per poter dire “ok questa possiamo provare a giocarcela” – conclude Zerocalcare.

Ma questo attiene davvero al sentire personale, rispetto chi si è dato risposte diverse, e non ho alcuna pretesa di spiegare una verità rivelata – se mai esistesse non ne sarei certo io il depositario

Che ne pensate di queste parole di Zerocalcare?

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