Parthenope bocciato da Don Franco Rapullino: “Blasfemo”

Intervistato dal ROMA, Don Franco Rapullino ha bocciato Parthenope definendolo blasfemo

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Parthenope fa già discutere

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Al cinema trovate Parthenope, nuovissimo film di Paolo Sorrentino che vede protagonista Celeste Dalla Porta (qui la nostra recensione). L’opera sta ottenedo un gran successo di critica e pubblico sebbene abbia scatenato diverse polemiche a causa di una scena in cui la protagonista passa del tempo con il Cardinale incaricato del “miracolo di San Gennaro” a Napoli (interpretato da Peppe Lanzetta) e che termina con un rapporto sessuale all’interno della Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta, duomo di Napoli che tre volte l’anno ospita il rito dello scioglimento del sangue del santo.

Questa scena di Parthenope ha scatenato l’ira di don Franco Rapullino, parroco di San Giuseppe a Chiaia diventato celebre nel 1990 per quel celebre “fuitevenne ‘a Napoli” lanciato contro i giovani dopo l’omicidio di un bambino di 21 mesi durante un assalto della Camorra che, intervistato dal ROMA ha detto

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Non ha diritto di essere così blasfemo, la satira è una cosa ma a san Gennaro tutti ci tengono tengono e in quelle scene in cui inserisce un cardinale profanatore ha reso disgustoso quanto è di più caro ai napoletani, rendendoli grotteschi nella fede che invece è autentica». Ha anche aggiunto: «Napoli è migliore di quella che lui ha messo in quel film, niente si può apprezzare: sembra che tutto a Napoli ruoti incontro al potere, all’ambizione, al sesso e al denaro

Paolo Sorrentino, durante un incontro con il pubblico all’UCI Cinemas Casoria in compagnia proprio dell’attore che interpreta il Cardinale Tesorone ha parlato di questa scena di Parthenopeo dicendo:

Non è un’offesa, la Chiesa è troppo intelligente, e il ‘rito’ di San Gennaro avviene ogni anno

 Sulla questione relativa a Partenope è intervenuto anche l’abate della Cappella del Tesoro, Monsignor De Gregorio, dicendo a Il Corriere della Sera:

Le scene che riguardano il miracolo mi sono state inviate. Siamo chiari: per me il problema non è il film, il guaio è quando noi preti ci mettiamo a fare i fanatici, ad alimentare fanatismi e feticismi. Meglio che non ci badino, perché come conseguenza dall’altra parte tutto si ingigantisce