Alien Romulus e il caso Ian Holm: ha senso che i morti tornino a recitare?

Condividi l'articolo

“Mi ha detto che Ian avrebbe sicuramente apprezzato l’invito a tornare in Alien, poiché amava lavorare con Ridley [Scott] e nutriva un profondo affetto per quel franchise. Non appena abbiamo completato la versione grezza, ho subito fatto una telefonata a tutti i suoi familiari per assicurarmi che fossero i primi a vederla”.

“È stata una telefonata molto, molto emozionante. Avevano perso Ian da poco, e anch’io ho perso mio padre nello stesso periodo. Quindi ho potuto comprendere profondamente il loro dolore e l’emozione di rivederlo nel film. Sono estremamente orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto e della collaborazione con la sua famiglia”.

Nonostante queste precauzioni, i critici solo stati spietati sulla scelta. “Perché lasciare che i morti riposino quando c’è una IP in cui scavare?”; “Distrae e sembra strano, non appare mai, mai reale”; “Eticamente problematico, [è] negromanzia cinematografica“, alcuni dei commenti al riguardo.

Ma il regista Alvarez si difende, facendo un confronto con la CGI impiegata per trasformare Gary Oldman in Winston Churchill nel film Darkest Hour, per cui Oldman ha anche vinto l’Oscar: “Non credo che Churchill volesse questo e penso che sia peggio, perché qui è lui che fa finta di essere lui. Questo [in Romulus] non sono io che faccio finta di essere Ian Holm, è solo il trucco che lo fa apparire come lui”.

LEGGI ANCHE:  Alien Romulus: perché potrà far brillare di nuovo la saga

Insomma, la questione rimane aperta. Le nuove tecnologie consentono di ricreare le fattezze di chiunque, vivo o morto, con sempre maggior precisione. C’è chi vi si oppone apertamente come Robert Downey Jr. e chi ci vede delle opportunità. E poi naturalmente c’entra lo spauracchio della I.A., che ci fa domandare: è così che si farà il nuovo cinema, tra 10, 20 o 50 anni?

Che ne pensate? Fateci sapere la vostra opinione su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp

Fonte: Alien Universe Italia